NESSUN RISCATTO "No, non è stato pagato nessun riscatto: la pressione sui pirati" è stata "sufficiente a farli ritirare". Il ministro degli esteri, Franco Frattini, torna a ribadire - dai microfoni del Tg5 - che non c´è stata nessuna contropartita in denaro per il rilascio del Buccaneer, il rimorchiatore italiano con 16 persone di equipaggio - tra cui 10 marinai italiani - rimasto nelle mani dei pirati somali per quattro mesi e liberato ieri sera. "In questi ultimi tre mesi abbiamo richiamato alla Somalia il grande aiuto che l´Italia ha dato e sopratutto quello che ci impegniamo a dare" ha spiegato il ministro sottolineando che si tratta di un aiuto "che tutta la comunità internazionale apprezza: aiuti umanitari per la popolazione, formazione per la polizia somala, corsi di addestramento per la guardia costiera. Evidentemente questo ha incoraggiato il primo ministro somalo ad un gesto particolarmente importante, impegnarsi cioè personalmente per la liberazione" del rimorchiatore italiano. "C´è stata una pressione sui pirati anche da parte delle autorità del Puntland«, ha aggiunto Frattini, parlando poi al Tg2 e ricordando anche la missione dell´inviato speciale per le emergenze umanitarie, Margherita Boniver, nel maggio scorso. Questa azione forte politico-diplomatica ha convinto i pirati a ritirarsi".

L´intervento del Ministro segue le dichiarazioni di uno dei pirati somali coinvolti nel sequestro: «Abbiamo preso quattro milioni di dollari di riscatto e liberato il rimorchiatore italiano. La nave è già partita», ha detto uno dei pirati all´agenzia Reuters. Secondo il coordinatore dell´East African Seafarers´ Assistance Programme, Andrew Mwangura, i pirati avrebbero preso cinque milioni di dollari. «Stavano contando i soldi ieri sera», ha detto al telefono sempre alla Reuters. Il rimorchiatore italiano con 16 marinai a bordo, tra cui 10 connazionali, era stato sequestrato dai pirati l´11 aprile scorso nel golfo di Aden e rilasciato ieri.

È avvenuta ieri sera la liberazione dei marinai italiani sequestrati a bordo della nave Buccaneer a largo della Somalia. Secondo quanto si è appreso, la liberazione è avvenuta grazie anche ad un lungo lavoro di contratti e alla collaborazione delle autorità somale e della regione del Puntland e del lavoro svolto sul terreno da parte dell´intelligence italiana.
Il rimorchiatore Buccaneer, secondo quanto si è appreso, sta ora procedendo verso Gibuti accompagnato dalla nave della Marina militare San Giorgio, che da tempo si trova in zona proprio per seguire da vicino il sequestro. Sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, non vi sarebbe stato alcun blitz per la liberazione degli ostaggi, anche se è possibile - ma si tratta di un´indiscrezione, con confermata ufficialmente - che le forze speciali imbarcate sulla nave siano intervenute per prelevare i marinai una volta che i pirati hanno lasciato campo libero.

LE FORZE SPECIALI Erano pronti «ad ogni evenienza» gli uomini delle Forze speciali imbarcate sulla nave anfibia San Giorgio della Marina militare, ma la strada del blitz sul Buccaneer - riferisce una fonte qualificata, che ha seguito da vicino le varie tappe della vicenda - è sempre stata l´ultima opzione, pianificata solo perchè «in questi casi non si può mai escludere niente a priori». La liberazione degli ostaggi, comunque, è stata del tutto incruenta ed è avvenuta come era stato previsto: non si conoscono ancora i dettagli, ma sembra confermato che i pirati abbiano abbandonato il rimorchiatore, che è stato poi «preso in consegna» dalla nave San Giorgio e dai commandos imbarcati, insieme alla quale sta ora procedendo verso Gibuti. Fin dai primissimi giorni del rapimento una nave militare italiana è stata dislocata in zona per seguire da vicino la situazione: il San Giorgio stava per essere avvicendato, ma ora non ce ne sarà più bisogno. A bordo dell´unità anfibia, il fior fiore delle forze speciali italiane. Non solo il Goi, il Gruppo operativo incursori della Marina, specializzato proprio nella liberazione di ostaggi su navi, ma anche altre unità, tutte sotto la direzione del Cofs, il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali. Il Cofs, attualmente al comando del contrammiraglio Donato Marzano, ex comandante dei Comsubin della Marina (e in precedenza dal generale della Folgore Marco Bertolini, attuale numero 2 della missione Isaf in Afghanistan), è una struttura recente, nata alla fine del 2004, posta alle dirette dipendenze del capo di Stato maggiore della Difesa. Si tratta di uno strumento specifico per la condotta di operazioni speciali da parte dei commandos di tutte le forze armate. Vi fanno parte, oltre agli uomini del Goi della Marina, gli incursori del 9/o reggimento d´Assalto paracadutisti ´Col Moschin´ dell´Esercito, quelli del 17/o Stormo dell´Aeronautica e i carabinieri del Gis, il Gruppo d´intervento speciale.

SILVIO BARLOTTI «Non c´è stato blitz e non è stato pagato alcun riscatto. Al momento convenuto i militari sono saliti a bordo del Buccaneer e hanno preso possesso della nave». Lo ha detto Silvio Bartolotti, general manager della Micoperi, l´azienda ravennate proprietaria del rimorchiatore. La nave - ha aggiunto - è già in navigazione verso Gibuti, dove dovrebbe arrivare entro un paio di giorni, scortata da navi militari. «I miei uomini stanno tutti bene - ha precisato Bartolotti - e una volta arrivati a Gibuti valuteranno la situazione, secondo l´umore psicologico, se proseguire in nave o se rientrare in Italia in aereo. Io comunque prenderò il primo volo utile per Gibuti, perchè voglio riabbracciare quanto prima i miei uomini».
«Le ultime telefonate che avevo ricevuto in ufficio - ha aggiunto Bartolotti - davano per imminente questo momento, ma non me l´aspettavo per stanotte, piuttosto domani o dopodomani. Quando stasera mi ha chiamato la Farnesina sono stato felicissimo». «Voglio andare al più presto a bordo del Buccaneer - ha poi ribadito - È giusto che io sia con loro. E se se la sentono di navigare ancora tanto meglio, così si romperà la tensione di questi mesi».

IL MINISTRO FRATTINI La liberazione dei militari italiani a bordo del mercantile Buccaneer è stato il risultato di «un lavoro eccezionale», lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini in collegamento con Sky Tg24 confermando che la liberazione è avvenuta questa sera. «Ho avuto comunicazione direttamente da una telefonata del primo ministro somalo», ha aggiunto Frattini.
Il ministro ha poi aggiunto che «i pirati si sono ritirati» e che è stato il risultato di «un lavoro eccezionale», che «Ho avuto comunicazione direttamente da una telefonata del primo ministro somalo».
Sugli ostaggi: «Le forze speciali della marina militare a bordo della nave San Giorgio ci hanno detto che si sono avvicinate al Buccaneer, che (i marinai) stanno bene e sono liberi di ripartire verso l´Italia», ha detto Frattini in collegamento con il Tg1. «Spero che per Ferragosto saranno tutti con le loro famiglie», ha aggiunto il ministro degli Esteri.

LE FAMIGLIE Dopo l´incubo la gioia: i tre ostaggi campani dei pirati somali sono liberi, stanno bene, «in ottime condizioni», e nei paesi di origine, a Ercolano e Torre del Greco, nel Napoletano, è una sera di grande gioia e si fa festa. Botti e champagne, in tre case in cui si sono riunite, improvvisamente, tre famiglie. I tre marinai campani rapiti l´11 aprile sul Buccaneer sono Vincenzo Montella, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); Giovanni Vollaro iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); e Bernardo Borrelli, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli). I familiari sono stati avvertiti dalla Farnesina introno alle 23: «Ci hanno assicurato che sono liberi e che stanno in ottime condizioni», ha detto la madre di Giovanni Vollaro, atteso a casa da un figlio di 6 anni. Le famiglie non sanno ancora quando potranno riabbracciare i loro congiunti, e attendono notizie dal ministero degli Esteri, per domani. «Siamo in contatto costante con il ministero, avremo notizie nelle prossime ore», ha spiegato Alfonso Borrelli, zio di Bernardo. A Ercolano, sull´uscio di casa si sparano i botti di Capodanno. Festeggiamenti anche in casa di Vincenzo Montella, a Torre del Greco (Napoli); la moglie Maria Rosaria Di Franco spiega: «Ci hanno detto che sono stati tratti in salvo e che stanno tutti in ottimo stato. Siamo riuniti in casa con tutti i parenti a festeggiare». Vincenzo ha due bambini e nei mesi scorsi la sua famiglia, come quelle degli altri nove ostaggi italiani, aveva chiesto con forza un intervento risolutivo del Governo. Appelli, veglie, fiaccolate: nel Vesuviano sono state diverse le manifestazioni di solidarietà ricevute dai familiari dei tre marittimi, che avevano tra l´altro telefonato personalmente ai genitori, per chiedere di attivarsi: «Ci uccideranno, fate presto», era stato uno dei messaggi più inquietanti arrivato nei mesi scorsi.

I NOMI DEI DIECI ITALIANI Su 16 membri complessivi di equipaggio - che erano a bordo del rimorchiatore Buccaneer, sequestrato dai pirati nel Golfo di Aden l´11 aprile scorso: 1) Mario Iarlori, comandante, iscritto alla Capitaneria di porto di Ortona (Chieti); 2) Mario Albano, primo ufficiale di coperta, iscritto alla Capitaneria di Porto di Gaeta (Latina); 3) Tommaso Cavuto, secondo ufficiale di macchina, iscritto alla Capitaneria di Porto di Ortona (Chieti); 4) Ignazio Angione, direttore di macchina, iscritto alla Capitaneria di Porto di Molfetta (Bari); 5) Vincenzo Montella, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); 6) Giovanni Vollaro, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); 7) Bernardo Borrelli, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); 8) Pasquale Mulone, marinaio, iscritto alla Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo (Trapani); 9) Filippo Speziali, marinaio, iscritto alla Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); 10)Filomeno Troino, cuoco, iscritto alla Capitaneria di Porto di Molfetta (Bari)

LA CRONISTORIA 11 aprile: Il rimorchiatore Buccaneer con a bordo dieci italiani viene sequestrato da pirati nel Golfo di Aden. La Farnesina avvia un coordinamento interministeriale ed internazionale. La fregata Maestrale della Marina militare si dirige verso il luogo del sequestro, giunge il 12 aprile. - 13 aprile: Sì alla trattativa ad oltranza e nessun blitz, se non come ultima ed estrema opzione. È la linea delle autorità italiane che lavorano ad una positiva soluzione del sequestro dell´equipaggio del Buccaneer. - 15 aprile: La Farnesina si appella ai media affinchè evitino «la diffusione di notizie infondate e fuorvianti che possano interferire con un esito positivo della vicenda e porre in pericolo la sicurezza dell´equipaggio del Buccaneer». Con il telefono di bordo tutti i marinai sequestrati riescono a chiamare casa. - 16 aprile: Il primo ministro del Governo somalo, Omar Abdirashid Ali Sharrmake dice all´ANSA che sono in corso trattative per arrivare alla liberazione dell´equipaggio. - 19 aprile: Le autorità del Puntland accusano il Buccaneer di trasportare rifiuti tossici e affermano che il rimorchiatore italiano non è stato sequestrato dai pirati ma fermato dalla sicurezza locale. L´ipotesi è poi stata smentita. - 24 aprile: La Farnesina smentisce di aver ricevuto un ultimatum per la liberazione degli uomini a bordo del Buccaneer, come avevano invece riferito parenti dei membri dell´equipaggio che con questi erano in contatto telefonico. L´armatore afferma inoltre che non vi è richiesta di riscatto. Il ministro degli Esteri Franco Frattini decide di inviare in Somalia il sottosegretario Margherita Boniver per facilitare la soluzione della vicenda. - 28 aprile - Alcuni marinai dell´equipaggio del Buccaneer chiamano casa e chiedono di «fare presto» per la loro liberazione. «Stanno bene, ma stanno soffrendo». - 2 maggio: Margherita Boniver arriva in Puntland, dopo una sosta a Nairobi dove ha avuto contatti con rappresentanti del governo somalo. Boniver ribadisce la linea italiana: evitare blitz militari e pagamento di riscatto. - 3 agosto: In un colloquio telefonico, il ministro Franco Frattini riceve assicurazioni dal primo ministro somalo di «un impegno personale» nella trattativa per la liberazione del Buccaneer. Durante la conversazione Frattini conferma «il pieno sostegno dell´Italia al Governo di transizione somalo e la collaborazione per il rafforzamento delle istituzioni e delle forze di sicurezza».

HOLLYWOOD Mentre si conclude felicemente l´avventura del rimorchiatore italiano Buccaneer dissequestrato dopo quattro mesi, a Hollywood si lavora ad un film sui nuovi pirati che infestano i mari al largo delle coste africane, quelle somale in particolare. La pellicola sarà incentrata sulla figura di Andrew Mwangura, l´uomo che ha rivelato ieri alla Reuters che i sequestratori del Buccaneer avrebbero preso un riscatto di cinque milioni di dollari. A realizzare il film e ad interpretare Mwangura sarà Samuel L. Jackson, l´indimenticabile interprete di Pulp Fiction, insieme al produttore Andras Hamori che nel febbraio scorso è volato a Mombasa, in Kenya, per acquistare i diritti cinematografici sul personaggio Mwangura mentre lui negoziava con i pirati il rilascio dell´equipaggio e delle merci della nave ucraina Faina. Mwangura, che di mestiere fa il giornalista freelance, ha fatto da tramite tra pirati e proprietari di navi in numerose occasioni ed è una delle fonti primarie di informazioni sulla moderna pirateria al largo delle coste africane, anche perchè dirige da anni la East African Seafarers Assistance Programme (Easap), un gruppo non profit che offre assistenza umanitaria a tutti i naviganti. «Mwangura gode della fiducia dei pirati e dei proprietari delle navi, ed è noto per la sua lealtà nei confronti degli equipaggi sequestrati», ha detto Hamori. In passato Hollywood si era occupata di pirati, ed aveva sfondato ai botteghini soprattutto con quelli fantastici e leggendari. Particolarmente fortunata la serie Pirati dei Caraibi, interpetata da Johnny Deep nei panni del pirata Jack Sparrow.