Un libro che racconta di una famiglia dal punto di vista femminile. Una famiglia matriarcale. Livia Cipriano ha voluto con il suo secondo libro raccontare la vita in una famiglia lucana, una storia iniziata in Lucania e finita in Campania tra Aversa, Pompei e Torre Annunziata.
La Cipriano infatti è stata per molti anni una docente impegnata in prima linea nella scuola media “ G. Pascoli” di Torre Annunziata. “ Sceglieva sempre le sezioni più difficili, comunicava con i ragazzi, parlava il loro stesso linguaggio..” dice di lei Maria Elefante che innanzitutto ci introduce nella scoperta di questo libro a partire dalla sua genesi. Livia Cipriano afferma che il libro è nato da un precedente saggio che aveva scritto negli anni ottanta e che portava lo stesso titolo, è stato vissuto come una catarsi da un mondo con il quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Questo perché nel suo animo ribelle non si è sentita parte di un mondo che prevedeva che il solo posto della donna fosse tra le mura del focolare, come racconta nel suo libro. L’autrice inizia facendo una distinzione tra l’uomo e la donna, il primo destinato a percorrere le strade del mondo, la seconda ad accudire la famiglia, il suo regno è il focolare. È proprio su questa impostazione che è basato il suo racconto, un racconto reale che vuole ricercare la verità delle tradizioni lucane attraverso la storia di una famiglia. Lo scrivere diventa pertanto una liberazione ed anche un modo per ricordare molti parenti che adesso non ci sono più e dei quali l’autrice conserva il ricordo e i racconti di una terra ricca di tradizioni e cultura.
Une percorso per tornare alle proprie radici che rappresenta un filo rosso, un amarcord ,la ricerca del tempo perduto.
Durante la presentazione sono state lette alcune pagine del libro ed hanno partecipato, la docente di lettere della “G.Pascoli” Gabriella Rocca, il pittore e attore Mario Mascia.
Maria Elefante ha letto un passo dedicato a Torre Annunziata una città che ha dato tanto alla Cipriano che l’ha vissuta nel suo momento più florido. “ Torre era un paese ricco di cose ludiche..” .
Un libro che è servito per non perdere il ricordo di quello che è stato, la biografia, il racconto di una singola famiglia, che come specchio di una società, può essere un contributo per raccontare la storia di un’ Italia ricca di tradizioni e con il senso della famiglia.
SARA FORMISANO