Per la rassegna “Libri Con-tatto”, presso il multisala Montil di Castellammare di Stabia, il giornalista Vincenzo Aiello e l’artista Anna Spagnuolo hanno presentato, sabato 5 febbraio, il libro “Il mio cuore è un mandarino acerbo” di Alessio Arena, edito da “Zona”.
Alessio Arena, classe 1984, è un giovane autore che vanta già una strada lastricata di successi. Ha infatti pubblicato racconti in “Linus”, “Nazione indiana”,”’Tina”, “Nuovi Argomenti”. Nel 2009 ha vinto il premio del pubblico alla rassegna “Esor-dire” ed il suo romanzo “L’infanzia delle cose”, edito da Manni, ha vinto il premio Giuseppe Giusti Opera Prima.
“Il mio cuore è un mandarino acerbo” è la storia di un transessuale, di nome Veronique, alla ricerca di una sua identità, sospesa tra il fantastico ed il reale, intrisa di una religiosità dissacrante ma profondamente autentica che l’Autore pone a confronto con la falsità delle pie donne isolane, assorte nei tipici culti pasquali di Procida. Un romanzo sceneggiata, com’è stato definito dalla critica, che si muove tra Marsiglia e Procida, dove coesistono il dramma e la musica, da Amanda Lear a Nino D’Angelo.
Vincenzo Aiello descrive Arena come uno scrittore che ha poco di napoletano, quasi un sudamericano si direbbe. Predilige il piano cinematografico e quello sonoro alla pura scrittura. La sua penna evoca immagini con perizia pittorica, come la celebre cerimonia di vestizione della Madonna a Procida o la processione del Cristo. Eppure l’Autore, a dispetto della critica che vorrebbe accentuare i suoi rapporti con la cultura spagnola, in modo particolare con Almodovar, rivendica con forza le radici culturali partenopee. Per Arena la vera essenza delle cose si ritrova oltre il confine della “normalità”. La sua prosa prima di essere visionaria è pregna di “Realismo magico”, perché la realtà vive di episodi al limite apparentemente inspiegabili. I protagonisti dei suoi racconti sono personaggi borderline che tuttavia popolano Napoli.
La scelta di ambientare il racconto a Procida negli anni ’80 è funzionale – precisa l’Autore - alla narrazione dell’esperienza religiosa di “trasfigurazione” che vive Veronique. In questi anni l’isola è ancora lontana dal circuito turistico ed è quasi congelata in un’atmosfera di umanità “primitiva” che guarda con diffidenza all’altro. La Pasqua assume così un carattere profondamente misterico prima che mistico, è intrisa di Paganesimo più che di Cristianesimo, esprime superstizione più che religiosità. Il “diverso” viene dal mare, e Procida questo lo ha imparato dalla storia.

NICOLA CAROPPO

“Il mio cuore è un mandarino acerbo” di Alessio Arena
Editrice Zona, 2009
€ 15,00