Una delegazione di studenti del Liceo classico “Perito”di Eboli (SA), impegnati nel corso di scrittura creativa, ha seguito fino a Torre Annunziata la prof. Lorenza Rocco, direttrice della rivista Silarus, per la lezione del SEMINARIO LEOPARDIANO, La giovinezza nella poesia di G. Leopardi. Lezione dedicata ai giovani, a quelli di Torre Annunziata e a quelli del paese salernitano. Un pubblico attento e commosso ha ascoltato i canti più belli di Leopardi, recitati dall’attore Rodolfo Medina, e le musiche diffuse dal sassofono di Leandro Caracciolo. A conclusione, la proiezione di un corto del regista Ermanno Olmi, ispirato all’Operetta morale, “ Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggiere” del 1954. Un pezzo raro, scovato in cineteca da Salvatore Iorio, esperto di cinema e redattore della rivista “ Quaderni cinema sud”.” Siamo riusciti a coniugare cinema e letteratura – dice con orgoglio l’assessore Maria Elefante-. i due motivi che hanno ispirato la rassegna cinematografica a tema: “La parola filmata: dal romanzo al film”. Peccato per quelli che non c’erano, per alcuni esponenti del mondo della scuola che dovrebbero essere di esempio ai giovani e che, invece, disertano i grandi appuntamenti con la cultura.
Con questa lezione si chiude la prima fase del Seminario Leopardiano, che ha inteso offrire ai giovani, ai docenti, ai semplici appassionati, l’opportunità di un confronto con studiosi di fama internazionale. L’appuntamento è per il prossimo autunno con un programma esteso a tutto il comprensorio vesuviano. In quattro lezioni magistrali affidate ad insigni studiosi meridionalisti, ( Antonio Carosella, Raffaele Urraro, Nicola Ruggiero, Lorenza Rocco) sono stati messi a fuoco aspetti inediti della biografia del poeta, relativi agli anni vissuti a Napoli e alle falde del Vesuvio, miranti a dipanare l’intricata matassa di una storia controversa. La parola fine al giallo che colora le sventure postume del poeta recanatese potrebbe essere messa grazie ai cimeli conservati a Torre del Greco dal prof. Nicola Ruggiero, studioso e appassionato cultore di Leopardi. Nicola Ruggiero conserva persino una parte dei confetti che costituì l’ultimo e, ohimè letale!, pasto del Leopardi, golosissimo di dolci, ad onta delle prescrizioni mediche. Molto probabilmente la tomba di Mergellina è un cenotafio, vale a dire un sepolcro votivo, come quello di Virgilio. E allora ecco la proposta avanzata dal Seminario Leopardiano di Torre Annunziata. Come scrisse il grande archeologo Amedeo Maiuri, in Passeggiate campane, 1957: “ Napoli ispirò al Leopardi il più alto e sublime canto, La Ginestra. Mi sembra allora che il più degno sepolcro dovesse avere il Leopardi nell’ultima sua poetica dimora, al Vesuvio, sul fiume di lava che vide ruinare fiammeggiante dal monte e su cui impietrito sorge oggi un boschetto di pini e fioriscono a maggio le più odorose ginestre”. Un cenotafio -museo che accolga i cimeli conservati da Nicola Ruggiero, oggetto di culto e di devozione, sarebbe il doveroso tributo al poeta da parte di tutte le città vesuviane unite mai come ora dal “Sistema Turistico Vesuviano” promosso dalla Provincia di Napoli.