Lotta antievasione: Agenzia Entrate recupera 3,3 milioni di euro
09-02-2011 - Archivio Storico de Lo Strillone
È il settore del commercio allingrosso di pellami lo scenario di unoperazione antievasione dellAgenzia delle Entrate, che ha portato al recupero di oltre 3,3 milioni di euro: 300 mila di Imposte dirette, 2,5 milioni di Iva e 500 mila di sanzioni.
I funzionari dellUfficio Controlli della Direzione Provinciale I di Napoli, passando al setaccio i rapporti commerciali tra la società partenopea verificata e i fornitori, hanno riscontrato il classico sistema della frode carosello, che prevede lutilizzo di fatture inesistenti negli scambi con grossisti nazionali emesse con lintento di sottrarsi agli obblighi fiscali relativi allIva.
Il meccanismo fraudolento, ormai consolidato, prevede, a monte, un fornitore straniero che vende prodotti a una società filtro italiana, di fatto inesistente, la quale a sua volta li cede, per il passaggio finale, allazienda che commercializza la merce.
La società filtro, in realtà una scatola vuota priva di unadeguata struttura operativa, fa da schermo tra le attività fraudolente e la vita del vero soggetto economico dotato, invece, di una struttura effettivamente esistente e formalmente in regola dal punto di vista fiscale.
Scatole vuote per evadere il Fisco - La società a monte importava la merce da un fornitore straniero senza il pagamento dellImposta sul Valore Aggiunto, depositandola in dogana. Successivamente (nello stesso giorno o al massimo il giorno dopo) la merce veniva estratta dalla società filtro con la liquidazione dellIva tramite fattura, ma senza procedere alleffettivo versamento. Grazie al meccanismo dellestrazione delle pelli dai depositi e allutilizzo di fatture inesistenti emesse negli scambi commerciali, le società coinvolte hanno potuto non solo evadere le imposte, ma anche operare in regime di concorrenza sleale.
I prezzi della merce immessa illecitamente sul mercato, risultavano infatti concorrenziali rispetto a quelli praticati dalle imprese corrette operanti nel settore, gravemente danneggiate tanto più in un periodo di crisi economica.
I soggetti autori della frode - segnalati allautorità giudiziaria competente per i connessi risvolti penali - hanno aderito allaccertamento versando allerario il dovuto.
I funzionari dellUfficio Controlli della Direzione Provinciale I di Napoli, passando al setaccio i rapporti commerciali tra la società partenopea verificata e i fornitori, hanno riscontrato il classico sistema della frode carosello, che prevede lutilizzo di fatture inesistenti negli scambi con grossisti nazionali emesse con lintento di sottrarsi agli obblighi fiscali relativi allIva.
Il meccanismo fraudolento, ormai consolidato, prevede, a monte, un fornitore straniero che vende prodotti a una società filtro italiana, di fatto inesistente, la quale a sua volta li cede, per il passaggio finale, allazienda che commercializza la merce.
La società filtro, in realtà una scatola vuota priva di unadeguata struttura operativa, fa da schermo tra le attività fraudolente e la vita del vero soggetto economico dotato, invece, di una struttura effettivamente esistente e formalmente in regola dal punto di vista fiscale.
Scatole vuote per evadere il Fisco - La società a monte importava la merce da un fornitore straniero senza il pagamento dellImposta sul Valore Aggiunto, depositandola in dogana. Successivamente (nello stesso giorno o al massimo il giorno dopo) la merce veniva estratta dalla società filtro con la liquidazione dellIva tramite fattura, ma senza procedere alleffettivo versamento. Grazie al meccanismo dellestrazione delle pelli dai depositi e allutilizzo di fatture inesistenti emesse negli scambi commerciali, le società coinvolte hanno potuto non solo evadere le imposte, ma anche operare in regime di concorrenza sleale.
I prezzi della merce immessa illecitamente sul mercato, risultavano infatti concorrenziali rispetto a quelli praticati dalle imprese corrette operanti nel settore, gravemente danneggiate tanto più in un periodo di crisi economica.
I soggetti autori della frode - segnalati allautorità giudiziaria competente per i connessi risvolti penali - hanno aderito allaccertamento versando allerario il dovuto.