L’espressione musicale della camorra e la rappresentazione visiva del sopruso
di Iolanda Napolitano e Rosaria Iazzetta
Ore 16,30 Mercoledì 14 Ottobre
Incontro: “Audiovisivi della camorra”
Guardare in faccia e comprendere, attraverso scatti fotografici artistici, la pervasività della camorra in ogni aspetto della nostra vita: dal pane che mangiamo alle onoranze funebri, tutto passa attraverso i simboli della violenza camorristica. Questo è il lavoro della poliedrica artista Rosaria Iazzetta che sarà presentato al Teatro Giancarlo Siani di Marano -Na-, una video presentazione sul binomio criminalità e vita quotidiana.

Analizzare la camorra vuole anche dire confrontarsi con i linguaggi musicali che determinano il consenso sociale nei confronti della subcultura camorristica di giovani che vivono realtà di profondo degrado.
Interverranno Rosaria Iazzetta e Iolanda Napolitano

La prima parte dell’incontro riguarda gli strumenti audiovisivi della camorra, utilizzati dal “sistema”. Con particolare riferimento ai neomelodici, dall’esplosione del fenomeno negli anni ’90 alle trasformazioni degli ultimi anni. Si studieranno i diversi aspetti del rapporto tra camorra e mondo neomelodico: dalle canzoni usate come strumento di comunicazione per i clan, all’esaltazione dell’illegalità nei testi dovuta all’appartenenza alla stessa realtà locale e dunque alle stesse radici culturali, fino ai casi dei cosiddetti “boss poeti”, autori di canzoni e poesie di successo.

La seconda parte, invece, mostra come gli strumenti visivi possono essere un mezzo per rappresentare il sopruso camorrista. La camorra utilizza metodi che non sono riconoscibili da tutti. L’interpretazione del le gesta e de i soprusi negli scatti fotografici permette di capire quanto è importante prendere parte al pensiero anticamorra. Combattere giorno per giorno il sopruso ci darà la possibilità di comprendere il vero senso della felicità, che da tempo abbiamo dimenticato e imprigionato nella paura. La felicità non è lontana dalla nostra volontà e dalla nostra coscienza.
entrata libera
termine dell´ incontro e del dibattito è previsto per le ore 18:30

Cenni Storici del Teatro Giancarlo Siani

Domenica 23 settembre 2007 alle ore 10,30 in via IV Novembre a Marano di Napoli si è svolta la manifestazione per l´intitolazione del cine- teatro “Lilly” di Marano a Giancarlo Siani nel 22° anniversario della sua tragica uccisione.Questo perche i mandanti della sua uccisione provenivano dal Clan camorristico Nuvoletta di Marano di Napoli.

Giancarlo Siani (Napoli, 19 settembre 1959 – Napoli, 23 settembre 1985) è stato un giornalista italiano, assassinato dalla camorra.

Le vigorose denunce del giovane giornalista lo condussero ad essere regolarizzato nella posizione di corrispondente (articolo 12 del contratto di lavoro giornalistico) dal quotidiano nell´arco di un anno. Le sue inchieste scavavano sempre più in profondità, tanto da arrivare a scoprire la moneta con cui i boss mafiosi facevano affari. Siani con un suo articolo accusò il clan Nuvoletta, alleato dei Corleonesi di Totò Riina, e il clan Bardellino, esponenti della "Nuova Famiglia", di voler spodestare e vendere alla polizia il boss Valentino Gionta, divenuto pericoloso, scomodo e prepotente, per porre fine alla guerra tra famiglie. Ma le rivelazioni, ottenute da Giancarlo grazie ad un suo amico carabiniere e pubblicate il 10 giugno 1985, indussero la camorra a sbarazzarsi di questo scomodo giornalista.

In quell´articolo Siani ebbe modo di scrivere che l´arresto del boss Valentino Gionta fu reso possibile da una "soffiata" che esponenti del clan Nuvoletta fecero ai carabinieri. Il boss oplontino fu infatti arrestato poco dopo aver lasciato la tenuta del boss Lorenzo Nuvoletta a Marano, comune a Nord di Napoli. Secondo quanto successivamente rivelato dai collaboratori di giustizia, l´arresto di Gionta fu il prezzo che i Nuvoletta pagarono al boss Antonio Bardellino per ottenerne un patto di non belligeranza. La pubblicazione dell´articolo suscitò le ire dei fratelli Nuvoletta che, agli occhi degli altri boss partenopei, facevano la figura degli "infami", ossia di coloro che, contrariamente al codice degli uomini d´onore della mafia, intrattenevano rapporti con le forze di polizia.

Da quel momento i capo-clan Lorenzo ed Angelo Nuvoletta tennero numerosi summit per decidere in che modo eliminare Siani, nonostante la reticenza di Valentino Gionta, incarcerato. A ferragosto del 1985 la camorra decise la sentenza di Siani, che doveva essere ucciso lontano da Torre Annunziata per depistare le indagini. Giancarlo lavorava sempre alacremente alle sue inchieste e stava per pubblicare un libro sui rapporti tra politica e camorra negli appalti per la ricostruzione post-terremoto.

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