“Tranquillo glielo fai subito, stai sereno”. Così Nazario Matachione "permise" ad Umberto Celentano, funzionario dell’assessorato alla Sanità campana, di procedere all’emissione del decreto di dissequestro della farmacia della sua ex moglie, Maria Palomba, a Rovigliano. Il tenore dell’intercettazione telefonica, trascritta nella nuova ordinanza di 232 pagine firmata dal GIP del Tribunale di Napoli, Dario Gallo, appare inequivocabile. Secondo l’accusa, l’imprenditore torrese sarebbe “il vero dominus dell’ufficio regionale diretto da Celentano” (quest’ultimo indagato ed oggi sottoposto a custodia cautelare in carcere). Ufficio dall’importanza strategica per la predisposizione di tutti i provvedimenti amministrativi riguardanti la Farmaceutica a Napoli e in provincia: dal decentramento ai trasferimenti di titolarità, fino ad arrivare alle ispezioni preliminari per l’apertura di nuove imprese sul territorio. Atti che, a giudizio dei pubblici ministeri, Matachione era in grado di influenzare in modalità e tempistica, “essendo lui – si legge nell’ordinanza – a decidere, in modo assolutamente sistematico ed impartendo al funzionario le debite disposizioni, se e con quali tempi e modalità debba essere istruita una pratica e adottato un provvedimento di competenza dell’ufficio, afferente non solo alle farmacie riconducibili al suo gruppo imprenditoriale, ma anche dei suoi amici o nemici”.

L´INTERCETTAZIONE. Il 18 giugno scorso Nazario Matachione contatta Umberto Celentano che, a sua volta, informa l’imprenditore torrese della presenza degli avvocati di Maria Palomba proprio nel suo ufficio.
“Stanno qua – dice Celentano al telefono – stanno qua pieni di avvocati…stanno tutti quanti qua vanno trovando il decreto come i pazzi stanno, mi hanno messo la tensione”. “Va bene tranquillo faglielo, faglielo tranquillamente senza…”, la risposta di Nazario Matachione.

Salvatore Piro