Un anno. Tanto è passato dalla prima vera operazione delle forze dell’ordine per ripristinare la legalità al mercato del pesce a Torre Annunziata. Durante quell´intervento, Carabinieri e Capitaneria di Porto effettuarono una serie di controlli e sequestri che, in sostanza, misero fine (o quasi) al mercato del pesce a Torre Annunziata. Quasi tutti i box sotto il ponte della ferrovia furono chiusi. Centinaia di chili di frutti di mare sequestrati. Decine di denunce per vendita di mitili senza alcun controllo sanitario.
Una tradizione secolare, nel giro di poche ore, cessava di esistere.
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Quindici anni. Tanto è passato a discutere di mercato ittico a Torre Annunziata. In tre lustri si sono alternati decine, centinaia di amministratori e ben quattro elezioni comunali. Sempre presente nei programmi elettorali di questo e quel candidato sindaco, ma mai realizzato, il mercato ittico ora non è più rinviabile.
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La vendita di pesce e frutti di mare rappresenta l’unica fonte di sostentamento di centinaia di famiglie e rappresenta oltre che un un pezzo dell’economia cittadina anche una tradizione secolare. Non è quindi solo un problema delle persone coinvolte, ma è un problema dell’intera città. Ed è un problema quindi dell’amministrazione comunale, Sindaco Starita e Assessore Conte in primis.
La protesta dei pescivendoli improvvisata mercoledi 23 giugno davanti la sede del Comune è solo un piccolo campanello d’allarme al quale un amministratore attento dovrebbe dare la giusta attenzione. Non è più tempo di proclami, non sono più sufficienti le risposte scontate circa la vicinanza dell’amministrazione alle famiglie e l’aiuto alla sburocratizzazione che dicono tutto e non dicono niente.
Dall’operazione dell’anno scorso, sino ad oggi, poco o niente si è fatto per aiutare questo delicato comparto dell’economia cittadina. 12 mesi sprecati che potevano essere utilizzati per trovare un luogo, avviare una eventuale gara d’appalto, avvare un dialogo con i venditori ambulanti, pretendendo dagli stessi il rispetto delle regole sanitarie e fiscali. Niente. Ed oggi, che siamo quasi alla fine del 2010, siamo punto e da capo.
Ed è punto e da capo anche chi si è trasferito a Rovigliano; dopo la chiusura dei box sotto il ponte della ferrovia dell’anno scorso, molte ditte (per lo più i grossisti) decisero di consorziarsi e fittare un capannone nell’area della Florinvest a via Terragneta. Posizionati troppo lontani dal centro cittadino, raggiungibili solo con l’auto, in questi mesi gli affari non sono andati bene e molti vorrebbero tornare in una zona della città più centrale. Anche loro sono un problema dell´amministrazione.
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Trascorse queste festività, il Sindaco Giosuè Starita e l’assessore al Commercio Mario Conte non possono non affrontare la questione. Dal 7 gennaio bisogna avviare un percorso rapido, senza annunciare fantomatici progetti che immancabilmente si arenano sulle scrivanie tra faldoni e lungaggini burocratiche. L´idea di recuperare l´area Damiano, alle spalle del lido Santa Lucia, è una buona idea, se non fosse per un particolare: richiede troppo tempo.
Intanto i pescatori, pescivendoli ambulanti, grossisti e quanti lavorano nel settore, devono pretendere dall´amministrazione la giusta attenzione. Se si è arrivati a questa situazione un pizzico di responsabilità è anche loro. Non è più tempo del tirare a campare, non è più tempo di vivere alla giornata.
L’assessore Mario Conte e il Sindaco Giosuè Starita, che sono animati da buona volontà, devono lavorare da subito ad un progetto serio e rapido per realizzare il mercato ittico prevedendo già nel prossimo bilancio di previsione i giusti finanziamenti.
Sarebbe il modo migliore per iniziare il 2011. Buon Natale a tutti.
Catello Germano