In preparazione alle Festività Natalizie, al termine dello spettacolo che si è tenuto al Teatro Politeama di Torre Annunziata, Don Rosario Lenzo viene invitato dalla Scuola “ Dance e fitness “ di Elena Gravina a portare ai ragazzi e al pubblico il messaggio cristiano del Santo Natale.
Riportiamo qui una sintesi del suo discorso.
Il Santo Padre Benedetto XVI, nel porgere i Suoi auguri al mondo e per introdurci nella piena luce del Natale, usa le parole di San Giovanni che ascolteremo nella Messa del giorno di Natale: “ IL VERBO SI E’ FATTO CARNE ….”
E San Giovanni con questa grandiosa espressione del suo Vangelo ci fa penetrare, come in un affresco prestigioso, il mistero dell’intimo incontro dell’unione tra Dio e l’umanità.
Queste parole sembrano una descrizione teologica ma in effetti è qualcosa di più vivo e di più concreto. E’ la realizzazione di un incontro preparato, annunciato da molto tempo, come due corsi d’acqua che scaturiscono da una stessa sorgente, percorrono sentieri diversi, ma diretti l’uno verso l’altro per unirsi in fine formando un solo fiume.
San Giovanni parla del VERBO FATTO CARNE; e noi sappiamo che il Verbo è la Parola di Dio. E la parola di Dio non è parola d’uomo, ma è parola dinamica, perché non è soltanto espressione di voce e di suoni, ma parola che agisce, che crea e sarà efficace fino agli ultimi tempi. Se l’uomo accetta questa Parola che dà senso alle cose e alla storia, vivrà, se la rifiuta, si annulla. Con la Parola di Dio viene a fondere la propria vita con quella dell’uomo. Questo è il Mistero dell’incarnazione che ci viene rivelato con il Santo Natale perché la Parola di Dio si fa carne nel figlio, il quale Dio parla a noi in questi giorni.
La nascita del Verbo fatto uomo avviene in forma umile: ha voluto nascere in disparte, in una stalla. Il suo araldo incaricato di preparare il suo arrivo era una asceta del deserto: Giovanni Battista. Tuttavia il mondo non lo ha riconosciuto … i suoi non lo hanno accolto.
Il Natale è la Rilevazione di ciò che è, di ciò che è sempre stato, di ciò che sempre sarà. Se l’uomo, disgraziatamente ignorasse che il Figlio dell’uomo è sempre con noi, sarà questa ignoranza l’origine di tanti tormenti, di tante sofferenze e di tante rovine.
Purtroppo a volte gli uomini, non essendo in grado di conoscere se stessi, misconoscono pure il loro Signore e non sono capaci più di cogliere i segni della sua presenza.
E allora con quale atteggiamento e con quale entusiasmo dobbiamo predisporre il nostro cuore alla nascita di Gesù Bambino?
Alcuni anni fa una persona chiese ed ottenne da me una cortesia. E, per manifestare la sua gratitudine, mi ringraziò con una espressione molto semplice, ma ricca di significato. Mi disse: “ Sono felice come un bambino a Natale”.
Questa frase ci aiuta a capire che, per andare incontro al Natale, bisogna avere la gioia, la felicità e la semplicità del bambino. E solo chi vede con occhi da bambino, solo chi rimane piccolo nel cuore e nella mente è capace di gioire e di stupirsi sempre di quanto ci trasmette la festa del Santo Natale.
LO STUPORE E’ LA PORTA PER ENTRARE NELL’ADORAZIONE E NELLA GIOIA DEL NATALE. Chi vuol fare il grande, l’adulto, il ragionatore, anche davanti al suo Dio che si fa bambino, non capirà nulla.
Qualcuno potrebbe dire: MA GIOIRE PERCHE’? MA NON NASCONO TUTTI I GIORNI E TUTTE LE ORE I BAMBINI? Certo ogni nascita è un motivo di gioia e di speranza. Almeno dovrebbe esserlo! Lo è anzitutto per la mamma che lo ha atteso, lo è per il mondo, lo è per Dio. Ogni bimbo che nasce in questa terra è segno che Dio non dispera ancora degli uomini.
Ma il bambino, di cui tra pochi giorni commemoriamo la nascita, reca ben altri motivi di speranza e di gioia, di pace, di giustizia e di salvezza. E possiamo fermarci qui. Il paradosso nel Natale è tutto contenuto in queste parole.
E poi eccoci condotti davanti a un bambino in una stalla, eccoci davanti ad uno spettacolo più concentrato di debolezza, di impotenza e di povertà che l’umanità abbia mai immaginato. E completano questo quadro Maria e Giuseppe, due di quelle creature per le quali non c’è mai posto nell’albergo. La Pace, quindi, e la giustizia viene da una persona che non ha avuto neppure una casa per nascere.
E da notare che in quel tempo altri parlavano di pace e di giustizia al mondo. Era Cesare Augusto, che rappresentava lo splendore e la potenza della Roma imperiale. E questo crea il più forte contrasto con il bambino che nasce nell’oscura borgata della Giudea. Anche Cesare Augusto si faceva chiamare salvatore e principe della pace. E dopo di lui, ogni imperatore che saliva al trono era salutato con scritte incise sulle monete che lo chiamavano “restauratore del mondo”, “atteso dalle genti”, “restauratore della luce”. E, in verità gli uomini fino a quel giorno avevano sempre pensato così: che, cioè, solo chi è forte, che ha eserciti, chi ha il comando, può imporre agli altri la pace e portare la salvezza. MA CON IL NATALE DI CRISTO DIO HA ROVESCIATO TUTTE QUESTE FALSE CERTEZZE DEGLI UOMINI. Eppure che cosa è più stolto per il mondo della povertà? Che cosa è più debole di un bambino?
Solo Dio poteva pensare a un rovesciamento così totale della logica umana. Solo Lui poteva pronunciare un “no” così potente a ciò che gli uomini hanno sempre posto in cima alla loro scala di valori: alla ricchezza, al potere, agli onori, all’autorità. Noi, da soli, non ci avremmo mai pensato, ma ora sappiamo che il Natale ha rovesciato il potere umano, ed ha instaurato il potere divino, che, dalla grotta di Betlemme, ha fatto arrivare nel mondo la vera speranza e la vera gioia.
E nel gaudio di questa gioia e di questa speranza, concludo formulando i miei più santi auguri di Buon Natale alla Direzione della Scuola di danza di Elena Gravina, alla sua famiglia, ai suoi collaboratori per ordine e grado, i quali formano con impegno, dedizione e sacrificio questi nuovi giovani virgulti per inserirli nel mondo delle loro rispettive discipline. Ma in modo particolare auguro un mondo di bene ai più piccoli di questa Scuola e a tutti i giovani che con la loro esibizione hanno reso speciale la serata, facendoci pregustare con qualche giorno di anticipo “ IL GLORIA CHE LA CHIESA CANTA LA NOTTE DEL SANTO NATALE. Auspico ai presenti e ai loro familiari un Felice Natale e un Buon Anno Nuovo, ai cittadini di Torre Annunziata auguro che prima di far nascere Gesù Bambino nel presepe, lo facciano nascere nel proprio cuore.