Sulla base scientifica dei dati, l´inquinamento da metalli pesanti della falda acquifera nei pozzi a monte e a valle della discarica Sari di Terzigno, potrebbe essere antecedente alla stessa discarica, anche se non si conosce l´origine. Lo ha sostenuto Giovanbattista De Medici, esperto geologo chiamato in veste di tecnico dal Comune di Terzigno, per analizzare dati e analisi predisposte sui terreni e nelle falde acquifere nei pressi della discarica di cava Sari, nel corso dell´incontro svoltosi oggi a Ottaviano. Secondo il consulente comunale, le analisi non consentono di verificare l´origine dell´inquinamento della falda acquifera: "Si dovrebbero effettuare analisi più in superficie - ha sottolineato De Medici - in quanto così come realizzate non permettono di stabilire un collegamento tra l´inquinamento e la discarica. Sarebbe necessario, invece, effettuare prelievi di terreno e acqua nelle zone a più diretto contatto con la discarica, invece che agire molto in profondità come è stato fatto".
L´esperto, inoltre, ha sottolineato che a valle della discarica esistono "pozzi che pescano acqua più in superficie" e che sarebbe opportuno analizzare anche quelli per stabilire una eventuale connessione con l´inquinamento. De Medici, infine, ha voluto sottolineare che il terreno argilloso usato per impermeabilizzare la discarica, "non è perfettamente tale", e che anche la ghiaia usata per l´impianto "potrebbe causare dei fori nelle guaine, in quanto in parte spigolosa".