Museo d´arte popolare, appello alle Istituzioni
07-12-2009 - Archivio Storico de Lo Strillone
Un appello alla Regione, e alle istituzioni tutte, per la creazione di un museo di arte popolare. È la proposta lanciata a Pompei dallassessore alla cultura Pasquale Sabbatino, nel corso del convegno Lo cunto di Napoli. Da Salvatore di Giacomo a Peppe Barra. Un evento che ha visto la partecipazione di tanti tra ragazzi e cittadini pompeiani e non solo, ma che, soprattutto, ha avuto lonore di ospitare il maestro Peppe Barra.
La proposta per un museo di arte popolare nasce da alcuni considerazioni. Nel secondo novecento, in particolare dagli anni settanta in poi, la vita culturale a Napoli e in Campania è stata segnata dallinteresse per le diverse manifestazioni dellarte popolare, con il risultato di stimolare la ricerca dei molteplici linguaggi e la raccolta degli oggetti darte. Protagonisti come Roberto De Simone, Concetta e Peppe Barra, gli artisti della Nuova Compagnia di Canto Popolare e di altre formazioni musicali, docenti universitari, giornalisti e studiosi hanno dato un contributo determinante per la conservazione e valorizzazione delle varie forme di espressione popolare.
I materiali individualmente raccolti e in molti casi conservati in abitazioni private corrono il rischio del deperimento e della dispersione, se non si interviene con lelaborazione progettuale e la realizzazione di un Museo di Arte Popolare, di cui deve farsi carico innanzitutto la Regione Campania, in sinergia con il Ministero dei Beni Culturali.
Il Museo di Arte Popolare può svolgere significativamente le funzioni di:
1.Catalogazione multimediale ed esposizione dei prodotti darte popolare, che artisti, studiosi e appassionati hanno raccolto nel corso degli anni;
2.Archivio sonoro e audiovisivo (con le sezioni nastroteca e discoteca): ricerche sul campo, interviste, documentari, registrazione di concerti, balli e musica folclorica;
3.Galleria delle immagini (fototeca e film-videoteca sulle feste e tradizioni popolari).
4.Raccolta dei manoscritti (scritture popolari, copioni, lettere);
5.Biblioteca (leggende, fiabe, racconti e testi sulle tradizioni popolari), con catalogo consultabile online;
6.Centro per losservazione e lo studio dellarte popolare, con promozione di seminari, convegni, lezioni, assegnazione di borse di studio e assegni di ricerca ai giovani che vogliono approfondire le tematiche dellarte popolare.
Inoltre, il Museo di Arte Popolare deve operare in sintonia con lIstituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (subentrato alla Discoteca di Stato), che svolge il compito di sviluppare le linee guida nellambito della conservazione dei beni sonori ed audiovisivi, di collaborare con altre istituzioni nazionali ed internazionali e infine di promuovere approfondimenti tecnico-scientifici.
Di fronte allurgenza di un intervento oramai improcrastinabile, le forze culturali lanciano un accorato appello alle istituzioni politiche per lelaborazione di un progetto e la realizzazione in tempi ragionevoli di un Museo di Arte Popolare nellambito della Regione Campania.
A sottoscrivere lappello sono stati: il maestro Peppe Barra, il sindaco di Pompei, Claudio DAlessio, Pasquale Sabbatino (Direttore del Dipartimento di Filologia Moderna, Università degli Studi di Napoli Federico II), Toni Iermano (Università di Cassino), Giuseppina Scognamiglio (Università degli Studi di Napoli Federico II), Pierluigi Fiorenza (giornalista).
Catello Germano
La proposta per un museo di arte popolare nasce da alcuni considerazioni. Nel secondo novecento, in particolare dagli anni settanta in poi, la vita culturale a Napoli e in Campania è stata segnata dallinteresse per le diverse manifestazioni dellarte popolare, con il risultato di stimolare la ricerca dei molteplici linguaggi e la raccolta degli oggetti darte. Protagonisti come Roberto De Simone, Concetta e Peppe Barra, gli artisti della Nuova Compagnia di Canto Popolare e di altre formazioni musicali, docenti universitari, giornalisti e studiosi hanno dato un contributo determinante per la conservazione e valorizzazione delle varie forme di espressione popolare.
I materiali individualmente raccolti e in molti casi conservati in abitazioni private corrono il rischio del deperimento e della dispersione, se non si interviene con lelaborazione progettuale e la realizzazione di un Museo di Arte Popolare, di cui deve farsi carico innanzitutto la Regione Campania, in sinergia con il Ministero dei Beni Culturali.
Il Museo di Arte Popolare può svolgere significativamente le funzioni di:
1.Catalogazione multimediale ed esposizione dei prodotti darte popolare, che artisti, studiosi e appassionati hanno raccolto nel corso degli anni;
2.Archivio sonoro e audiovisivo (con le sezioni nastroteca e discoteca): ricerche sul campo, interviste, documentari, registrazione di concerti, balli e musica folclorica;
3.Galleria delle immagini (fototeca e film-videoteca sulle feste e tradizioni popolari).
4.Raccolta dei manoscritti (scritture popolari, copioni, lettere);
5.Biblioteca (leggende, fiabe, racconti e testi sulle tradizioni popolari), con catalogo consultabile online;
6.Centro per losservazione e lo studio dellarte popolare, con promozione di seminari, convegni, lezioni, assegnazione di borse di studio e assegni di ricerca ai giovani che vogliono approfondire le tematiche dellarte popolare.
Inoltre, il Museo di Arte Popolare deve operare in sintonia con lIstituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (subentrato alla Discoteca di Stato), che svolge il compito di sviluppare le linee guida nellambito della conservazione dei beni sonori ed audiovisivi, di collaborare con altre istituzioni nazionali ed internazionali e infine di promuovere approfondimenti tecnico-scientifici.
Di fronte allurgenza di un intervento oramai improcrastinabile, le forze culturali lanciano un accorato appello alle istituzioni politiche per lelaborazione di un progetto e la realizzazione in tempi ragionevoli di un Museo di Arte Popolare nellambito della Regione Campania.
A sottoscrivere lappello sono stati: il maestro Peppe Barra, il sindaco di Pompei, Claudio DAlessio, Pasquale Sabbatino (Direttore del Dipartimento di Filologia Moderna, Università degli Studi di Napoli Federico II), Toni Iermano (Università di Cassino), Giuseppina Scognamiglio (Università degli Studi di Napoli Federico II), Pierluigi Fiorenza (giornalista).
Catello Germano