NAPOLI- Memorie dal secolo scorso: gli scatti di Gennaro Matacena
05-05-2009 - Archivio Storico de Lo Strillone
Memorie dal secolo scorso:
gli scatti di Gennaro Matacena a Trip
Mercoledì 6 maggio alle 19.30 inaugura a Trip la mostra dellArchivio Fotografico Matacena intitolata e dedicata a Gennaro Matacena borghese fotografo a cura di Walter Guadagnini e Bruno Matacena, visitabile fino al 16 luglio.
Bruno è il pronipote di Gennaro e la mostra a Trip è una selezione delle foto più significative scattate dal bisnonno in Italia e durante i suoi viaggi: scene domestiche ed eventi mondani, paesaggi, incontri sportivi, voli di biplani e mongolfiere, treni, stazioni, binari ed imbarcazioni, che restituiscono limmagine di un tempo lontano. A scegliere la rosa di scatti da presentare al pubblico lo stesso Bruno Matacena insieme anche a Mimmo Iodice, al professor Walter Guadagnini e ai Rendano.
Un enorme lavoro di inventario e catalogazione quello della famiglia Matacena su frammenti di vita che risalgono agli inizi del 1900. Gennaro Matacena, nato ad Aversa nel 1873, è vissuto a cavallo fra il XIX e il XX secolo e, alletà di 26 anni, acquistò la sua prima macchina fotografica. Da quel momento, per più di trent anni, registrò numerosi eventi della propria vita, e di quanto lo circondava, scattando appunto quasi millecinquecento fotografie, delle quali più di milletrecento si sono conservate in ottimo stato fino a oggi.
Il quaderno del bisnonno riporta precisamente i titoli di ben 1469 scatti. Di questi si conservano circa 1340 negativi (o coppie), l´ultimo dei quali è numerato appunto 1469, gli altri 130 sono andati perduti, almeno in parte.
Gennaro Matacena non partecipa a concorsi, non si iscrive alla famosa e importante Società fotografica di Firenze, e non esercita la fotografia se non per suo unico e privatissimo piacere. E come se la fotografia per lui rappresentasse soltanto un occhio privato per scoprire e verificare certe realtà. [ ]. Come sintetizza Wladimiro Settimelli nel suo saggio Gennaro Matacena. Un taxiphote inizio secolo (Napoli, 1980).
Interessante è lutilizzo che Gennaro fa del taxiphote, un proiettore, una specie di scatola di legno simile a una vecchia macchina fotografica con due obiettivi, uno per ciascun occhio, che di fatto sono lenti dingrandimento regolabili che servono ad osservare le piccole lastre illuminate. Limmagine, vista ingrandita e sdoppiata per ciascun occhio, acquista tridimensionalità. Si tratta delle immagini stereoscopiche: foto scattate con due obiettivi a distanza focale simile a quella umana, e quindi sdoppiate come accadrebbe nella visione bioculare. In altre parole, ogni scatto ha due versioni, corrispondenti allobiettivo destro e sinistro, cioè grosso modo allocchio destro e sinistro del fotografo (e di chi osserva l immagine nel taxiphote). Questa particolarità tecnica fa sì che di una singola foto esistano due versioni la cui differenza risulta minima nel caso di panorami o soggetti lontani, ma diventa più rilevante nel caso in cui i soggetti siano ravvicinati.
Ho realizzato uno schedario cartaceo di tutte le foto, recuperando i titoli e le poche date scritte a suo tempo dal nonno, e a questo dovrebbe seguire a breve un inventario informatico. Il secondo passo, particolarmente laborioso era costituito dalla scansione in alta risoluzione di tutti i negativi superstiti. In questa fase abbiamo visto per la prima volta molte immagini, poiché esse erano sbiadite nella stampa a contatto realizzata trent´ anni fa. Le scansioni sono state infine rifilate e leggermente ripulite al computer. (Bruno Matacena)
Successivamente alla mostra, oltre all´ auspicato inventario informatico, i discendenti del fotografo vorrebbero restaurare i negativi, per consentirne ancora a lungo la conservazione, e anche per ammirare più nitidamente le fotografie.
La mostra si potrà visitare, fino al 16 luglio, il mercoledì e giovedì dalle 12 alle 21.
Trip
via Martucci, 64 - 80121 Napoli
Tel. 081.19568994 - [email protected]
gli scatti di Gennaro Matacena a Trip
Mercoledì 6 maggio alle 19.30 inaugura a Trip la mostra dellArchivio Fotografico Matacena intitolata e dedicata a Gennaro Matacena borghese fotografo a cura di Walter Guadagnini e Bruno Matacena, visitabile fino al 16 luglio.
Bruno è il pronipote di Gennaro e la mostra a Trip è una selezione delle foto più significative scattate dal bisnonno in Italia e durante i suoi viaggi: scene domestiche ed eventi mondani, paesaggi, incontri sportivi, voli di biplani e mongolfiere, treni, stazioni, binari ed imbarcazioni, che restituiscono limmagine di un tempo lontano. A scegliere la rosa di scatti da presentare al pubblico lo stesso Bruno Matacena insieme anche a Mimmo Iodice, al professor Walter Guadagnini e ai Rendano.
Un enorme lavoro di inventario e catalogazione quello della famiglia Matacena su frammenti di vita che risalgono agli inizi del 1900. Gennaro Matacena, nato ad Aversa nel 1873, è vissuto a cavallo fra il XIX e il XX secolo e, alletà di 26 anni, acquistò la sua prima macchina fotografica. Da quel momento, per più di trent anni, registrò numerosi eventi della propria vita, e di quanto lo circondava, scattando appunto quasi millecinquecento fotografie, delle quali più di milletrecento si sono conservate in ottimo stato fino a oggi.
Il quaderno del bisnonno riporta precisamente i titoli di ben 1469 scatti. Di questi si conservano circa 1340 negativi (o coppie), l´ultimo dei quali è numerato appunto 1469, gli altri 130 sono andati perduti, almeno in parte.
Gennaro Matacena non partecipa a concorsi, non si iscrive alla famosa e importante Società fotografica di Firenze, e non esercita la fotografia se non per suo unico e privatissimo piacere. E come se la fotografia per lui rappresentasse soltanto un occhio privato per scoprire e verificare certe realtà. [ ]. Come sintetizza Wladimiro Settimelli nel suo saggio Gennaro Matacena. Un taxiphote inizio secolo (Napoli, 1980).
Interessante è lutilizzo che Gennaro fa del taxiphote, un proiettore, una specie di scatola di legno simile a una vecchia macchina fotografica con due obiettivi, uno per ciascun occhio, che di fatto sono lenti dingrandimento regolabili che servono ad osservare le piccole lastre illuminate. Limmagine, vista ingrandita e sdoppiata per ciascun occhio, acquista tridimensionalità. Si tratta delle immagini stereoscopiche: foto scattate con due obiettivi a distanza focale simile a quella umana, e quindi sdoppiate come accadrebbe nella visione bioculare. In altre parole, ogni scatto ha due versioni, corrispondenti allobiettivo destro e sinistro, cioè grosso modo allocchio destro e sinistro del fotografo (e di chi osserva l immagine nel taxiphote). Questa particolarità tecnica fa sì che di una singola foto esistano due versioni la cui differenza risulta minima nel caso di panorami o soggetti lontani, ma diventa più rilevante nel caso in cui i soggetti siano ravvicinati.
Ho realizzato uno schedario cartaceo di tutte le foto, recuperando i titoli e le poche date scritte a suo tempo dal nonno, e a questo dovrebbe seguire a breve un inventario informatico. Il secondo passo, particolarmente laborioso era costituito dalla scansione in alta risoluzione di tutti i negativi superstiti. In questa fase abbiamo visto per la prima volta molte immagini, poiché esse erano sbiadite nella stampa a contatto realizzata trent´ anni fa. Le scansioni sono state infine rifilate e leggermente ripulite al computer. (Bruno Matacena)
Successivamente alla mostra, oltre all´ auspicato inventario informatico, i discendenti del fotografo vorrebbero restaurare i negativi, per consentirne ancora a lungo la conservazione, e anche per ammirare più nitidamente le fotografie.
La mostra si potrà visitare, fino al 16 luglio, il mercoledì e giovedì dalle 12 alle 21.
Trip
via Martucci, 64 - 80121 Napoli
Tel. 081.19568994 - [email protected]