Luce…Scarpa…Meloni… “Portateci a Nocera” grida la curva.
E loro ci porteranno, sicuramente per rinnovare uno dei …confronti di tifoserie tra i più accesi e sentiti da sempre.
Quello con la Nocerina è infatti il derby dei derby per il Savoia: rivalità perpetrata in anni di incontri tirati, preparati, auspicati e sempre sul filo della tensione e dell’agonismo.
E sì che la Nocerina ha sempre avuto compagini forti, con giocatori a volte eccellenti, anche ceduti al Savoia dove hanno trovato un ambiente ideale per la continuazione della loro storia calcistica.
Ricordo uno Ione Spartano negli spogliatoi raccomandare ai suoi ragazzi la massima concentrazione negli allenamenti in vista di un Savoia-Nocerina, (vinto 2-0 dai torresi) che era in programma alla ripresa della sosta natalizia dell’anno di grazia 1964/65.
Era quella la Nocerina di Portelli e Germinario, ma quello era pure il Savoia di Boesso, Bertossi,….Padovani che doveva “stracciare” il campionato di serie D.
Portelli e Germinarlo non sono mai venuti al Savoia ma altri sì.
E’ il caso di Roi e Santin ed ultimo quello di De Liguori: è quanto dire!
De Liguori lo vediamo domenica per domenica e ci meravigliamo sempre della sua arguzia tattica, della sua straordinaria visione di gioco, del suo saper stare in campo a dettare trame ed a interromperne sempre con assoluta sagacia.
Veramente un bel regalo confezionato dai nocerini al Savoia, complici logicamente Simonetti e Luce che hanno creduto nel giocatore, un po’ su con gli anni ma ancora capace di fare la differenza nel campionato di serie D.
A me personalmente ricorda un altro play di un Savoia che fu, un certo Nardi, brevilineo tutto cervello del Savoia dell’avv. Prisco che in campo sembrava la controfigura di Dino Sani, il grande centrocampista del Milan di Rivera e Lodetti.
De Liguori è ancora il presente, ma gli altri due ex nocerini che ho ricordato fanno parte di due Savoia che furono.
Roi era un portiere con i controfiocchi, dotato di mezzi atletici niente male, di un senso di posizione eccezionale: un gatto tra i pali.
Aveva però un difettuccio che ne ha condizionato non poco la carriera: era nervoso e un po’ sfottente con gli avversari.
Capitò nel Savoia che si apprestava a vivere la prima serie C della rinascita, ma doveva sostituire tra i pali un certo Boesso che l’anno prima aveva fatto autentici miracoli, a dispetto di un fisico non troppo idoneo al ruolo.
Questi già nell’anno della promozione dalla D aveva vinto il duello con l’alter ego Pietti, molto simile a Roi nel fisico, ma anche tanto giovane e solo promettente.
Ebbene Boesso riuscì a farsi preferire, tanto che a fine campionato poté vantare addirittura il record nazionale di imbattibilità, per la gioia di “Vicienzo o’ biciclista” che andò alla Domenica Sportiva a ricordare il particolare a quanti era sfuggito.
Roi quindi dovette confrontarsi con Gaspare Boesso, il che dovette innervosirlo non poco e propiziargli una serie di squalifiche che compromisero il suo rendimento e quello della squadra.
Ma il giocatore, al di là del limite caratteriale, era di prim’ordine.
Quello che però rimarrà sempre nel cuore dei tifosi del Savoia di una qualche età è Piero Santin, altro ex-nocerino, dal rendimento e dal cuore eccezionali.
Di lui, friulano trapiantato in Campania, ricordo un episodio in particolare.
Si era quasi alla fine di una sfida al Comunale che doveva costituire il match clou di tutto il campionato, quello tra Savoia ed Internapoli.
L’Internapoli era uno squadrone messo su dall’ing. Decina e da Proto non badando a spese pur di far da contraltare al Napoli.
Annoverava tra le sue fila giocatori del calibro di Ciro Porro, Massa e Wilson che da lì a qualche anno doveva finire con il suo amico Giorgione Chinaglia a vestire la maglia della nazionale di Valcareggi nell’infausta spedizione in Germania del 1974.
Ebbene, in un’azione di contropiede, su di un lancio proveniente dalle retrovie il buon Piero riuscì ad intrufolarsi tra Wilson ed il portiere, e, vestendo i panni di Pierino la peste, non riuscendo a raggiungere la palla con le parti…consentite dal regolamento e vistosi superato dalla sfera, alzò un pugno, colpendo lo stesso il pallone che rotolò in rete, senza che l’arbitro, lontano dall’azione e sorpreso dalla rapidità della stessa, se ne accorgesse.
Risultato: il Savoia passava in vantaggio, a nulla valendo i pianti disperati e le imprecazioni di Wilson nei confronti dell’arbitro.
Sportivamente non è un episodio dei migliori, ma per il tifoso è il non plus ultra di soddisfazione vedere gli “odiati” rivali soccombere in questo beffardo modo, un’iniezione di adrenalina.
Ed è proprio per questo che Piero Santin, al di là dei grandi meriti di giocatore prima ed allenatore dopo (Savoia stesso, Benevento, Cavese e perfino Napoli in serie A) è giusto che venga ricordato dai tifosi del Savoia.

Gaetano Piro