Se a Palazzo Criscuolo si stavano svolgendo le elezioni per il nuovo Papa, dal tetto, a fine giornata, doveva uscire una fumata nera. Si perché dopo quasi 8 ore di faccia a faccia tra rappresentanti sindacali, amministrazione comunale e imprenditori, si contano di più le facce che vedono il bicchiere mezzo vuoto rispetto a quelle che vedono il bicchiere mezzo pieno. Ancora nessuna certezza nel futuro lavorativo dei 45 operai di Officine Torresi che non vedono ancora un orizzonte chiaro e lineare.
Al termine della riunione è stato redatto un verbale dove traspare tutta l’amarezza delle organizzazioni sindacali, che bocciano senza mezzi termini le proposte presentate dalle aziende che si sono insediate nei capannoni di Officine Torresi. Troppe criticità nel progetto aziendale, e troppe poche garanzie vengono fornite da imprenditori che vengono definiti non adeguati. I titolari delle aziende, Penisula Navis srl, Nisida Yachting srl, Air Naval srl e Officine Torresi srl, si obbligano, si legge nel verbale, ad assumere 20 dipendenti la prima, la seconda e la terza, 16 unità invece la quarta, attraverso la ricollocazione in altre società. Niente da fare per i sindacati: sempre le stesse promesse, sempre disattese. Quello che invece i sindacati chiedono agli imprenditori sono certezze e piani industriali seri.
Al Comune invece chiedono la verifica sul possesso dei requisiti di legge delle aziende insediate nell’area ex Dalmine e il pagamento delle spettanze arretrate da parte di Officine Torresi.
Catello Germano