Un provvedimento di fermo e´ stato notificato al boss Vincenzo D´Alessandro, per l´omicidio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia, Luigi Tommasino. D´Alessandro, attualmente in una Casa do lavoro, e´ ritenuto a capo del clan camorristico di Castellammare
di Stabia. Il provvedimento e´ stato emesso dalla Dda di Napoli.
Il fermo è stato disposto con l´accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico ma gli agenti della squadra mobile della questura di Napoli ritengono che Vincenzo D´Alessandro, attualmente capo dell´omonimo clan di Castellammare di Stabia, sia coinvolto nell´omicidio del consigliere comunale del Pd della città stabiese, Luigi Tommasino.
Il provvedimento di fermo a D´Alessandro è stato notificato nella casa lavoro di Favignana (Trapani), dove si trovava perché sottoposto a misure di sicurezza.
Luigi Tommasino, consigliere comunale del Pd, fu ucciso il 3 febbraio dello scorso anno mentre era a bordo della sua auto in compagnia del figlio 13enne, rimasto fortunatamente illeso. Un delitto che destò scalpore sia per la modalità dell´esecuzionesia per la notorietà del personaggio. Gli investigatori iniziarono a seguire tutte le piste, passando al setaccio la vita del politico e ricostruendo le ultime settimane di vita per capire chi aveva incontrato. La svolta nelle indagini, condotte dagli uomini della squadra mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Vittorio Pisani, c´é stata nell´ottobre scorso quando i poliziotti hanno fermato quattro presunti componenti del commando, tra cui anche un 19enne iscritto al Pd. Il movente? Per gli investigatori la vittima non avrebbe restituito ai D´Alessandro la somma di 30mila euro. Insomma, secondo gli investigatori, per questo motivo il clan avrebbe deciso l´eliminazione del consigliere. E a febbraio scorso, quando è avvenuto il delitto, Vincenzo D´Alessandro era in libertà e secondo gli investigatori era lui a decidere ogni mossa. Al momento, però, non ci sarebbero elementi sufficienti per incriminare l´uomo anche se, come fanno sapere i poliziotti, emergono elementi circa il coinvolgimento nell´omicidio Tommasino di D´Alessandro. Un delitto efferato. Interrogati due dei presunti killer hanno affermato di aver scoperto solo dopo aver portato a termine la missione di morte chi era la vittima. La vittima, oltre all´attività politica, gestiva un negozio di abbigliamento. Ma perché avrebbe dovuto restituire quella somma di denaro? Gli investigatori, tassello dopo tassello, stanno lavorando per ricostruire il mosaico.