Omicidio Tommasino, fermo per il boss D´Alessandro
02-01-2010 - Archivio Storico de Lo Strillone
Un provvedimento di fermo e´ stato notificato al boss Vincenzo D´Alessandro, per l´omicidio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia, Luigi Tommasino. D´Alessandro, attualmente in una Casa do lavoro, e´ ritenuto a capo del clan camorristico di Castellammare
di Stabia. Il provvedimento e´ stato emesso dalla Dda di Napoli.
Il fermo è stato disposto con l´accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico ma gli agenti della squadra mobile della questura di Napoli ritengono che Vincenzo D´Alessandro, attualmente capo dell´omonimo clan di Castellammare di Stabia, sia coinvolto nell´omicidio del consigliere comunale del Pd della città stabiese, Luigi Tommasino.
Il provvedimento di fermo a D´Alessandro è stato notificato nella casa lavoro di Favignana (Trapani), dove si trovava perché sottoposto a misure di sicurezza.
Luigi Tommasino, consigliere comunale del Pd, fu ucciso il 3 febbraio dello scorso anno mentre era a bordo della sua auto in compagnia del figlio 13enne, rimasto fortunatamente illeso. Un delitto che destò scalpore sia per la modalità dell´esecuzionesia per la notorietà del personaggio. Gli investigatori iniziarono a seguire tutte le piste, passando al setaccio la vita del politico e ricostruendo le ultime settimane di vita per capire chi aveva incontrato. La svolta nelle indagini, condotte dagli uomini della squadra mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Vittorio Pisani, c´é stata nell´ottobre scorso quando i poliziotti hanno fermato quattro presunti componenti del commando, tra cui anche un 19enne iscritto al Pd. Il movente? Per gli investigatori la vittima non avrebbe restituito ai D´Alessandro la somma di 30mila euro. Insomma, secondo gli investigatori, per questo motivo il clan avrebbe deciso l´eliminazione del consigliere. E a febbraio scorso, quando è avvenuto il delitto, Vincenzo D´Alessandro era in libertà e secondo gli investigatori era lui a decidere ogni mossa. Al momento, però, non ci sarebbero elementi sufficienti per incriminare l´uomo anche se, come fanno sapere i poliziotti, emergono elementi circa il coinvolgimento nell´omicidio Tommasino di D´Alessandro. Un delitto efferato. Interrogati due dei presunti killer hanno affermato di aver scoperto solo dopo aver portato a termine la missione di morte chi era la vittima. La vittima, oltre all´attività politica, gestiva un negozio di abbigliamento. Ma perché avrebbe dovuto restituire quella somma di denaro? Gli investigatori, tassello dopo tassello, stanno lavorando per ricostruire il mosaico.
di Stabia. Il provvedimento e´ stato emesso dalla Dda di Napoli.
Il fermo è stato disposto con l´accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico ma gli agenti della squadra mobile della questura di Napoli ritengono che Vincenzo D´Alessandro, attualmente capo dell´omonimo clan di Castellammare di Stabia, sia coinvolto nell´omicidio del consigliere comunale del Pd della città stabiese, Luigi Tommasino.
Il provvedimento di fermo a D´Alessandro è stato notificato nella casa lavoro di Favignana (Trapani), dove si trovava perché sottoposto a misure di sicurezza.
Luigi Tommasino, consigliere comunale del Pd, fu ucciso il 3 febbraio dello scorso anno mentre era a bordo della sua auto in compagnia del figlio 13enne, rimasto fortunatamente illeso. Un delitto che destò scalpore sia per la modalità dell´esecuzionesia per la notorietà del personaggio. Gli investigatori iniziarono a seguire tutte le piste, passando al setaccio la vita del politico e ricostruendo le ultime settimane di vita per capire chi aveva incontrato. La svolta nelle indagini, condotte dagli uomini della squadra mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Vittorio Pisani, c´é stata nell´ottobre scorso quando i poliziotti hanno fermato quattro presunti componenti del commando, tra cui anche un 19enne iscritto al Pd. Il movente? Per gli investigatori la vittima non avrebbe restituito ai D´Alessandro la somma di 30mila euro. Insomma, secondo gli investigatori, per questo motivo il clan avrebbe deciso l´eliminazione del consigliere. E a febbraio scorso, quando è avvenuto il delitto, Vincenzo D´Alessandro era in libertà e secondo gli investigatori era lui a decidere ogni mossa. Al momento, però, non ci sarebbero elementi sufficienti per incriminare l´uomo anche se, come fanno sapere i poliziotti, emergono elementi circa il coinvolgimento nell´omicidio Tommasino di D´Alessandro. Un delitto efferato. Interrogati due dei presunti killer hanno affermato di aver scoperto solo dopo aver portato a termine la missione di morte chi era la vittima. La vittima, oltre all´attività politica, gestiva un negozio di abbigliamento. Ma perché avrebbe dovuto restituire quella somma di denaro? Gli investigatori, tassello dopo tassello, stanno lavorando per ricostruire il mosaico.