A Rovigliano tutto nasce e finisce col mare. Progetti, sogni, speranze si sono costruiti lungo la linea di costa che delimita ad ovest la frazione periferica di Torre Annunziata, chiusa tra i confini della natura e quelli dell’uomo. Dall’industria pesante alla crisi della siderurgia, dal sogno di un polo nautico al cimitero industriale sono passati solo pochi decenni.
Nella zona ASI, area di sviluppo industriale per il demanio, sono sorte centinaia di abitazioni che non hanno mai goduto di particolare attenzione da parte delle amministrazioni che si sono succedute. Una rete fognaria inesistente e l’enorme spiaggia lasciata in balia dei tanti terroristi dell’ambiente che l’hanno utilizzata nel tempo a mò di discarica di rifiuti di ogni tipo, come se non bastava già l’azione del fiume a condannare il mare. Negli ultimi mesi la popolazione residente è in allarme per un’opera che, se realizzata, riscrive la geografia del posto: la seconda foce del Sarno.

Grande Progetto Sarno - L’ARCADIS, agenzia regionale per la difesa del suolo, presentò anni fa alla comunità europea un progetto per la sistemazione idraulica del fiume, una messa in sicurezza per eventi pluviali eccezionali affinché non capitano più disastri come l’alluvione di Sarno del 1998. Pochi giorni fa è arrivato il si definitivo al finanziamento dell’opera, per 220 milioni di euro circa, che “non è stata decisa con le popolazioni locali”, stando a quanto affermano i comitati nati contro il Grande Progetto Sarno. L’opera intera riguarda 18 comuni delle province di Napoli, Salerno e Avellino e prevede vasche di laminazione, la sistemazione degli argini e la seconda foce.
Proprio contro quest’ultima opera si sta battendo il comitato nato pochi mesi fa a Rovigliano. “Il sindaco Starita, negli incontri che ha fatto con noi, ha minimizzato l’opera – dichiara Enzo Cesarano, presidente del comitato - affermando addirittura, davanti una vasta platea, che al completamento avrebbe bevuto un bicchiere di acqua attinto dalla nuova foce di via Solferino. L’assessore regionale Cosenza ha invece parlato di scolmatoio da utilizzare nel caso di eccessive piogge, ignorando che in Italia numerosi scolmatoi sono inutili. Solo dall’incontro con l’ARCADIS, di qualche giorno fa, abbiamo avuto conferma dell’effettiva entità dell’opera. Come sta scritto sui progetti si tratta di una foce ex novo che avrà una portata continua di acqua tal quale quella che scorre oggi nel fiume. Hanno negato dall’agenzia che l’acqua arriverà pulita”.

Come compensazione per l’invasività dell’opera, per Rovigliano è prevista la costruzione di una rete fognaria ed alcuni lavori lungo la costa. “Rispetto a quest’opera – conclude Cesarano - all’agenzia regionale presentammo una nostra idea che prevede il recupero di strutture già esistenti in epoca borbonica, nonché l’utilizzo dello scolmatoio di Bottaro e l’eliminazione dei prolungamenti a mare della foce che di fatto ne rallentano il corso d’acqua”.


Raffaele Perrotta