Otto ergastoli. Finisce con la più dura delle sentenze il processo contro il gotha del clan Gionta per il massacro di via Murat del 22 aprile 2007, dove morirono Paolo Genovese e Antonio De Angelis e rimasero feriti i due killer.
I condannati sono Pasquale Gionta, Gennaro Longobardi, Antonio Gallo, Giovanni Iapicca, Antonio Gallo, Giuseppe Chierchia, Palmerino Gargiulo, Francesco Zavota e Umberto Onda. Quest’ultimo è l’unico ancora in libertà, latitante da diversi anni. Oltre al carcere a vita, un anno di isolamento diurno per tutti gli imputati (per Onda l’accusa aveva chiesto un anno e otto mesi perché ritenuto il responsabile della rapina successiva l’agguato).I giudici della IV sezione della corte d’assise di Napoli hanno confermato quindi la richiesta della pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore della DDA Claudio Siragusa. Secondo l’accusa e la sentenza emanata dalla Corte i mandanti furono Pasquale Gionta, figlio del boss Valentino e Gennaro Longobardi, reggente del clan. Antonio Gallo è stato ritenuto l’istigatore dell’omicidio, organizzato per vendicare l’uccisione, il giorno prima, del fratello Massimo nel rione Provolera. Il commando di fuoco era invece composto da Giuseppe Chierchia, Palmerino Gargiulo, Francesco Zavota, Umberto Onda e Giovanni Impicca. Ora si attende il ricorso in Appello.