´´Lui non sapeva di essere un eroe, era un ragazzo normale non un Don Chisciotte, ma una cosa e´ certa il film di Marco Risi, Fortapasc, e´ il piu´ grande risarcimento per mio fratello´´: cosi´ Paolo Siani ricorda il fratello Giancarlo al convegno-dibattito dal titolo ´Sfortunato quel giornalismo che ha bisogno di eroi´ sul ruolo del giornalismo e i doveri dell´informazione nella lotta alla criminalita´ organizzata, promosso dall´Associazione Stampa Romana e svoltosi alla Casa del Cinema. Spunto del dibattito Fortapasc il film di Marco Risi su Giancarlo Siani, giornalista del Mattino ucciso dalla camorra a 26 anni nel 1985. Il film, uscito per ora solo in Campania, sara´ in tutte le sale italiane venerdi´ in 120 copie distribuite da 01. Tra i partecipanti al dibattito, oltre a Risi, lo sceneggiatore Andrea Purgatori, Pietro Grasso, procuratore antimafia, Francesco La Licata de La Stampa, Roberto Natale, presidente Fnsi, Paolo Siani, fratello di Giancarlo, e Alberto Spampinato, giornalista dell´Ansa. Un dibattito introdotto da un messaggio dal presidente della Camera Gianfranco Fini che ha sottolineato come: ´´L´assassinio di Giancarlo Siani´´ abbia ´´inferto un grave colpo alla nostra democrazia´´. Spampinato sottolinea invece come oggi ci sia sempre piu´ oscuramento dell´informazione e come stia proprio per questo lavorando a un Osservatorio Nazionale Permanente ´´che monitori su notizie oscurate e giornalisti sotto scorta´´. Marco Risi fa capire quanto bisogno ci sia oggi di cinema impegnato. Roberto Natale, infine, ha difeso a spada tratta ´´il diritto di cronaca cosi´ ben rappresentato da Giancarlo Siani´´ mentre mostra tutte le sue forti perplessita´ sulla nuova normativa sulle intercettazioni che secondo lui ´´e´ pericolosissima e inadeguata´´.
´´Il vero movente a uccidere Giancarlo Siani non e´ stato il fatto che lui aveva denunciato la criminalita´ militare, ma che aveva fatto delle connessioni tra politica, camorra e affari´´. Questa l´opinione di Pietro Grasso, procuratore antimafia. "L´informazione, quella stessa che ha condannato il giornalista precario Siani a morte nel 1985, ´´ha ancora un potere, quello di far perdere consenso´´. Poi ribadisce ´´Siani e´ stato colpito quando ha toccato il potere. La carta stampata oggi - continua il procuratore - difetta un po´ in questo senso, ma ci sono film come questi e anche libri, che possono aiutare nella lotta alla criminalita´´´. Per Grasso inoltre le intercettazioni sono ´´uno strumento indispensabile contro tanti reati´´.