Riceviamo e pubblichiamo il botta e risposta tra Ugo Leone, Presidente del Parco del Vesuvio e Giovanni Marino, attivista di "Cittadini per il Parco".


Chiunque può, legittimamente, dire tutto il male possibile sulla mia attività al parco dal 2008, dal momento che ciascuno è libero di manifestare sue opinioni e giudizi. Quando questo è avvenuto, mai mi sono permesso di intervenire. Ma ritengo scorretto e insopportabile che si dicano cose (e se ne subisca la diffusione) di cui non si conosce la realtà riportando considerazioni e decisioni di altri pur non essendo stati presenti a ciò che si racconta. Nel caso specifico non mi risulta che nella riunione citata nella lettera cui mi riferisco, le cose siano andate come riportate. Personalmente non chiedo “correzioni” a quei contenuti, ma poiché sono riferiti a persone anch’esse assenti mi pare doveroso riferire la mia posizione. Leggo dalla lettera: “La Comunità del Parco si è riunita nei giorni scorsi e ha rifiutato di dare il suo parere, obbligatorio per legge ma non vincolante, chiedendo al commissario Leone di creare un gruppo di lavoro coordinato dai progettisti del Piano, all´interno del quale valutare le proposte di modifica dei comuni al Regolamento. Per parte nostra chiederemo di poter essere convocati a quel tavolo e di poter presentare le nostre osservazioni.

Ma chi è titolato oggi a revisionare la proposta di regolamento approvata dal Consiglio Direttivo? Il Consiglio Direttivo stesso, naturalmente, ma, nel nostro caso, il Consiglio Direttivo è decaduto. Quindi la potestà e la responsabilità di accogliere le proposte di modifica è tutta del commissario Leone. Vorrà Leone, che non ha brillato in questi anni per spirito di iniziativa, assumersi questa responsabilità? Ad oggi non lo sappiamo, ma la questione dovrebbe essere chiarita a breve. In caso contrario, per quello che ci è dato sapere, la Comunità pare intenzionata a bloccare l´iter di approvazione del Regolamento negando il suo parere sino alla nomina del nuovo Consiglio Direttivo.”

Il giorno nel quale alcuni sindaci si sono riuniti con me presso la sede di Ottaviano, è stata consegnata alla Comunità del Parco la copia del Regolamento approvata dal Consiglio direttivo comunicando anche che da quel giorno sarebbero scaturiti i 40 giorni per le osservazioni e le proposte.

È abbastanza difficile immaginare che in quella occasione sarebbe stato richiesto seduta stante, il parere della Comunità la quale infatti, non ha per nulla rifiutato il parere, ma ha ritenuto opportuno convocare un proprio gruppo di lavoro per poi incontrarsi anche con i progettisti del Piano.

Se i componenti la Comunità vorranno incontrarsi anche con altri per recepire le loro osservazioni sono naturalmente liberi di farlo. Il fatto che io non abbia “brillato in questi anni per spirito di iniziativa” non mi esime dal rispetto della legge che mi chiede di valutare le osservazioni e le proposte e di accoglierle o respingerle in parte o in toto prima di mandare il tutto al Ministero per la definitiva approvazione.

Se, come si afferma nella lettera, quel che è dato sapere è che “la Comunità pare intenzionata a bloccare l´iter di approvazione del Regolamento negando il suo parere sino alla nomina del nuovo Consiglio Direttivo”, credo di poter dire, e i presenti a quell’incontro se credono lo potranno confermare, che all’autore della lettera è stata data di sapere una cosa inesatta.
Cordialmente

Ugo Leone



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Egregio Presidente,
è vero, ci era sfuggito un particolare fondamentale, sul quale anzi avevamo equivocato (anche a causa di una formulazione non proprio chiarissima della legge 394 art. 11 comma 6), e cioè il fatto che la Comunità ha 40 giorni per esprimere il proprio parere sul regolamento a far data dalla richiesta dell´organismo dirigente dell´ente Parco e non a far data dalla richiesta del Ministro. Chiediamo pertanto venia sul punto a chi ci legge.

Quanto alle intenzioni politiche dei Sindaci, se siano o meno propensi a dare un parere (che può anche essere negativo, anche se non vincolante) ad un testo "blindato", mi permetto di suggerirLe maggiore cautela nelle interpretazioni. E´ evidente che l´atteggiamento dei sindaci sarà commisurato al risultato del gruppo di lavoro che si è insediato (ieri, se le nostre informazioni sono corrette), e al recepimento o meno da parte sua (l´unico titolato a farlo in quanto commissario) delle richieste di modifica.

Per quanto riguarda invece modi e tempi, fatti e omissioni, dell´esercizio delle sue funzioni in questi sei anni di Presidenza lasciamo pure il giudizio alla storia o, se preferisce, alla cronaca. Apprendiamo infine dalla sua lettera che Ella non ritiene che i progettisti del Piano debbano ascoltare rappresentanze della società civile. E´ una posizione legittima, in quanto l´approvazione del Regolamento è un atto disciplinato dalla legge 394 la quale non prevede appunto "l´ascolto" delle forze sociali, procedura invece prevista per l´approvazione del Piano del Parco. Ma Lei sa che su determinati punti del Piano talune categorie chiedono da anni di essere ascoltate e che questa richiesta è stata vergognosamente inevasa. Oggi, a Consiglio Direttivo decaduto (e non lo rimpiangiamo) Lei è l´unico in grado di apportare delle modifiche ad un testo che deve, a nostro avviso, essere riformulato in più punti.

Resta tutta la nostra valutazione negativa sulla opportunità politica che un Consiglio Direttivo in scadenza (e difatti scaduto) approvi un regolamento venendo poi meno al suo dovere di confronto con gli enti locali e con le rappresentanze sociali. Più corretto, più democratico, sempre a nostro avviso, sarebbe stato, dopo 5 anni di ritardo, lasciare l´onere della approvazione del testo elaborato al nuovo Consiglio Direttivo nella pienezza dei suoi poteri. Ad ogni modo, meglio tardi che mai. Avanzeremo le nostre richieste di modifica tramite la Comunità, visto che ci è impossibile farlo direttamente al Parco, sperando che la Comunità voglia recepirle e farle sue o quantomeno portarle alla attenzione del gruppo di lavoro misto comuni - ente Parco.
AugurandoLe buon lavoro.

Cordiali saluti

Giovanni Marino