Due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono state eseguite dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Torre Annunziata e del Comando Gruppo dei Carabinieri nei confronti dell´ex direttore generale dell´ex Asl Napoli 5, ora Asl Napoli 3Sud, Gennaro D´Auria, e di un dirigente dell´Asl stessa, Giuseppe Porcaro. I provvedimenti sono stati emessi dal gip presso il Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della locale Procura della Repubblcia. I due alti funzionari sono stati arrestati con l´accusa di violenza privata aggravata dalla qualifica di pubblico ufficiale ai danni di numerosi operatori privati del settore sanitario come farmacisti, titolari di centri provvisoriamente accreditati e Porcaro anche in relazione ad una tentata truffa ai danni di un titolare di uno studio dentistico della Penisola sorrentina.
Le indagini, dirette e coordinate dal procuratore aggiunto Raffaele Marino, hanno avuto inizio più di tre anni fa in seguito a varie denunce presentate presso la Procura proprio dallo stesso D´Auria che aveva "mostrato in apparenza - si sottolinea - di voler ripristinare la legalita´ all´interno dell´azienda" e da un avvocato, Giuseppe Ruocco, attualmente indagato nel procedimento.
Le indagini hanno consentito di appurare l´esistenza, all´interno della struttura sanitaria, di ´´due centri di potere contrapposti che si sono fronteggiati con mezzi illeciti per accaparrarsi le risorse economiche ".
Una guerra combattuta a suon di ´´denunce reciproche e reiterate´´ e proprio da queste denunce è nato il procedimento che ha portato due alti dirigenti agli arresti domiciliari. ´´Il dato che è emerso - sottolinea la Procura guidata da Diego Marmo - è il costante impegno di gran parte dei fondi, che dovrebbero essere utilizzati per l´erogazione dei servizi sanitari, per il pagamento di indennità non dovute, di prestazioni che sono di scarsa qualità, di interessi, di spese legali, di onorari agli avvocati e per le forniture di servizi resi solo in parte´´.
L´ex direttore generale Gennaro D´Auria, insieme con il dirigente Giuseppe Porcaro, si legge nell´ordinanza, avevano creato ´´un clima di diffuso timore tra vari operatori privati creditori dell´Asl inducendo alcuni di essi a revocare indebitamente il mandato alle liti conferito all´avvocato Giuseppe
Ruocco (anch´egli indagato) o ad altro legale per intentare azioni di recupero credito nei confronti dell´Asl´´. D´Auria, sostiene l´accusa, con la collaborazione della responsabile della Ragioneria, ´´non effettuava pagamenti a favore dei creditori che avevano in corso procedure giudiziarie, soprattutto esecutive e monitorie, contro l´Asl Napoli 5 anche quando il credito era certo, liquido ed esigibile e l´ente aveva sufficiente liquidita´ e ponendo in pagamento solo le fatture presentate da coloro che non avevano intentato procedure di tipo contenzioso o che vi avevano rinuncia´´. Secondo la Procura, inoltre, D´Auria e Porcaro, ´´avvalendosi della collaborazione del servizio ispettivo centrale della Regione Campania, nella persona del responsabile, Lorenzo Labate, effettuavano una serie di ispezioni nei confronti di titolari di laboratori e farmacie che avevano intentato procedure giudiziarie contro l´Asl. Ispezioni condotte in maniera illegittima e vessatoria che oltre a intimorire i singoli centri si caratterizzavano per la loro ´esemplarita´ anche nei confronti degli operatori non direttamente colpiti inducendo cosi´ svariate
persone a revocare il mandato all´avvocato Ruocco´´.


ASSALTO ALLA DILIGENZA
Due centri di potere che si fronteggiano con mezzi
illeciti
per quello che si rivela un vero e proprio ´´assalto alla diligenza´´
dei fondi pubblici per la sanita´: sono quelli scoperti dall´inchiesta della
Procura della Repubblica di Torre Annunziata (Napoli) e che ha portato agli
arresti domiciliari per l´ex direttore generale dell´Asl Napoli 5, ora Asl
Napoli Sud, Gennaro D´Auria, e il dirigente Giuseppe Porcaro. Violenza privata
e abuso d´ufficio le accuse. Indagate altre nove persone, tra cui tre avvocati.
Lo scontro all´interno dell´Asl tra i due centri di poteri si e´ consumato -
secondo la ricostruzione della Procura - proprio per l´affare legato alla
gestione dei contenziosi con creditori, tra cui farmacisti e titolari dei
centri privati, che chiedevano di vedere soddisfatta la loro richiesta, e gli
incarichi professionali affidati ai legali per resistere in giudizio. Manovre
volontariamente dilatorie ma anche vere e proprie pressioni, con ispezioni
illegittime - secondo l´accusa - hanno portato alla fine ad un danno notevole
per la collettivita´. A fronteggiarsi un avvocato Giuseppe Ruocco, titolare -
dice la Procura - di uno dei due centri di potere con una gestione
monopolistica fino a quando gli e´ stato possibile, a cui si erano affidati una
serie di creditori e D´Auria che avrebbe presentato denunce con l´obiettivo,
dichiarato a parole, di ripristinare la legalita´ nell´azienda, ma che alla
fine avrebbe voluto cosi´ scalzare Ruocco - al quale si erano rivolti in
precedenza i creditori su indicazioni di funzionari della stessa Asl - e
D´Auria che ´´ha mostrato chiaramente - secondo la Procura diretta da Diego
Marmo con il procuratore aggiunto che ha diretto e coordinato le indagini,
Raffaele Marino - la volonta´ di acquisire il controllo delle risorse
economiche dell´azienda con mezzi illeciti per finalita´ del pari illecite´´.
D´Auria avrebbe fatto la guerra a Ruocco ´favorendo´ altri due legali ai quali
dal 2006 al 2998 sono stati conferiti oltre 22 mila incarichi esterni facendo
percepire loro la somma di oltre 1 milione e mezzo di euro. Il contenzioso
´´diveniva lo strumento per gestire di fatto la cassa dell´azienda, sottraendo
ingenti risorse economiche alla stessa, senza correre grossi rischi di ´mala
gestio´ in quanto si operava in forza di provvedimenti disposti dal giudice´´.
L´Asl era dotata di un ufficio affari legali costituito da decine di avvocati
interni ma invece si e´ fatto ricorso ripetuto a legali esterni: sono state
perse quasi il 95% delle cause. Il tutto per un giro d´affari del contenzioso
stratosferico, circa 700 mila euro mensili da diversi anni ´´sottratti alla
destinazione pubblica per essere spartiti tra gli operatori del sistema -
avvocati, finanziarie, alti funzionari pubblici - per la gestione di un
contenzioso che, lungi dall´esser fondato su interessi contrapposti delle
parti, vedeva tutti d´accordo nell´attivare meccanismi speculativi che si
fondano, per lo piu´, su ritardi ed inefficienze volute dall´amministrazione
pubblica´´.