I più grandi documenti esistenti dell´arte pittorica ai tempi di Roma antica di nuovo visibili, in tutto il loro splendore. È con la mostra evento «Pittura pompeiana», in programma dal 29 aprile al 31 dicembre, che riapre al pubblico la collezione degli affreschi del Museo archeologico di Napoli, dopo alcuni anni di chiusura necessari per lavori di riordino e restauro. La raccolta comprende oltre 400 manufatti di pittura parietale restituiti dalle città vesuviane distrutte dall´Eruzione del 79 d.C. e rappresenta senza dubbio la testimonianza più dettagliata al mondo di come si dipingeva nell´antichità.
Affreschi che, per necessità di studio e conservazione, furono staccati via dalle ville pompeiane a partire dalla metà del Diciottesimo fino a tutto il Diciannovesimo secolo e, in casi eccezionali, anche nel corso del Novecento, sacrificando l´unitarietà delle pareti originarie. Il nuovo allestimento è da un lato cronologico e dall´altro tematico, mentre sono stati contestualizzati alcuni complessi significativi, quali ad esempio la Casa di Meleagro e la Casa dei Dioscuri. A dominare la scena il processo evolutivo che caratterizzò la pittura romana, a partire dal II stile, poiché le pitture di I stile, non essendo figurate, non vennero mai staccate per le raccolte museali. Il II stile, pur presente nelle abitazioni urbane, trova la sua migliore manifestazione nelle ville dell´ager Pompeianus, come nella Megalografia con principe macedone e filosofo dalla villa di P. Fannius Synistor a Boscoreale. Il III stile, che si colloca tra l´età augustea e la prima età giulio-claudia, vanta esempi di grande qualità, sia nelle ville extraurbane, sia nelle case cittadine. Tra i primi si inserisce la villa di Boscotrecase, appartenuta ad Agrippa Postumo, nota per la raffinata esecuzione dei quadretti idillico-sacrali. Sono soprattutto i quadri di soggetto mitologico, copie o rielaborazioni di celebri originali della pittura greca classica ed ellenistica, che connotano questa fase.
Il passaggio tra il III ed il IV stile avvenne nel periodo tra Claudio e Nerone: in questa fase si ritrova il gusto per le architetture scenografiche, prive però della profondità illusionistica del II stile. Tuttavia, si impongono ancora i quadri mitologici, con temi ripetuti più volte, come quello di Perseo e Andromeda, dal quale però si distingue l´esemplare proveniente dalla Casa dei Dioscuri che, nella composizione e nella concezione delle figure, risale all´originale greco, forse opera di Nicia.

Pittura pompeiana. Napoli, Museo archeologico nazionale, dal 29 aprile al 31 dicembre
Orari: dalle 9 alle 19.30. Chiuso martedì
Ingresso: 10 euro intero, 6,75 euro ridotto