"Sul fatto della villa presa in affitto da una famiglia (i Gallo di Torre Annunziata, ndr) che, successivamente alla nostra scelta, è stata coinvolta in storie di camorra, ammettiamo l´errore di inesperienza commesso". Così il presidente di Cattleya e produttore della nota serie tv ´Gomorra´, Riccardo Tozzi, intervenendo oggi (ieri per chi legge) al liceo Dante Alighieri di Roma, in occasione della giornata inaugurale di "A Mano disarmata", ciclo di incontri di sensibilizzazione alla lotta alle mafie con giovani studenti. Alla presenza dell´attore Salvatore Esposito, il Genny Savastano della fortunatissima serie, Tozzi ha poi continuato: "Abbiamo girato Gomorra in una realtà del tutto particolare dove, probabilmente, altre produzioni avrebbero lasciato perdere. Lavorare a Napoli, se non si conosce la realtà totalmente diversa dal resto d´Italia, è pressoché impossibile".
Il riferimento del presidente di Cattleya è chiaro: la clamorosa inchiesta del 17 luglio scorso che, condotta dagli uomini del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, allora agli ordini del Maggiore Alessandro Amadei, portò in carcere con l´accusa di estorsione aggravata il boss dei Gallo-Cavalieri, Francesco ´Psiello´, proprietario della villa alla ´Scarface´ nel Penniniello, in cui furono girate alcune scene della fiction, ed i suoi genitori Raffaele Gallo ed Annunziata De Simone. L´inchiesta coinvolse anche indagati eccellenti tra i vertici dello staff di Cattleya che, sempre tramite il suo presidente Riccardo Tozzi, fa sapere di "aver trovato difficoltà nella scelta della location anche per scarsa conoscenza del territorio, oltre che per la presenza di affittuari spesso collusi con la malavita".

Salvatore Piro