Non perdete tempo, non raccontateci che dovrete prima capire qual è lo stato delle casse comunali e come far ripartire la macchina amministrativa, comportatevi da Sindaci già in campagna elettorale, ma nel significato più alto del termine.

A poco meno di due settimane dalla presentazione ufficiale delle liste per le prossime elezioni amministrative, all’ombra del Vesuvio più che di cambiamento dobbiamo parlare di “posizionamento”.

Naufragata, anzi mai presa in considerazione l’ipotesi primarie nel centro sinistra, quella alla quale assistiamo è una partita a Risiko con i soliti personaggi alle prese più con strategie di posizionamento che di attacco. Con qualche politico che ha già sacrificato più di un simbolo di partito pur di sedersi ad un tavolo di discussione, con qualche forza politica che da una parte parla di miglioramento dell’ambiente e dall’altra ha già intascato una delega assessoriale in cambio di sostegno e appoggio.

Un ex sindaco, due figli di altrettanti primi cittadini, l’ex presidente del consiglio e forse qualche outsider questi i “giocatori” di una partita che ha come obiettivo la sopravvivenza o la morte di un paese che oggi, diciamocela tutta, è conosciuto solo per la rotonda della protesta anti-discarica (uno dei momenti di più alto senso civico della nostra storia recente) e per la maxi operazione antiassenteismo dei dipendenti comunali.

Ieri una mia amica mi ha inviato la foto di Piazza Pace, quella che vedete nell’articolo, l’ho trovata brutta come non mai, svuotata di senso e di significato cosa che del resto vale per tutto il Paese. Ricominciate da questa istantanea e conquistate la passione dei cittadini, non con le promesse ad personam, ma con le idee.

Basta. E’ finito il tempo delle promesse, e se non siamo stati in grado di osare nelle persone, osiamo almeno nelle idee.

Non raccontateci per favore che avete bisogno prima di vincere e poi di governare, tutti conoscete come funziona o come dovrebbe funzionare l’apparato burocratico cittadino, tutti conoscete il territorio, visto che ammettete candidamente di viverlo, e siete già protagonisti della scena politica di Boscoreale almeno da un ventennio.

In casa di due aspiranti primi cittadini di politica e di gestione della macchina amministrativa si parla da una vita, siete figli di chi guidava il paese e dai tempi della Prima Repubblica avete ricoperto ruoli di opposizione e maggioranza. Idem vale per l’ex primo cittadino che punta a riprendersi quello che gli altri gli hanno strappato, e per l’ex presidente del consiglio comunale che, nella sua lunga carriera politica, non ha mai occupato un posto all’opposizione, cose del resto che vale anche per il suo “padrino” politico.

Ricordatevi, però, che siete chiamati a gestire il bene pubblico non a fare i vostri interessi.

Osate nelle idee, ridateci quella Boscoreale che fino a trent’anni fa era fiore all’occhiello dell’intero comprensorio vesuviano e che voi, direttamente o indirettamente, avete contribuito a far sprofondare nella situazione attuale.

Ridateci quella Boscoreale che aveva negli artigiani e negli scalpellini il loro vanto, scoprite sul tessuto comunale quelle che sono le realtà imprenditoriali, quelle che voi politici avete ammaliato con la promessa del Piano di Insediamento Produttivo che non avete mai portato a termine.

Ridateci quella Boscoreale che aveva nella cultura uno dei suoi punti di forza, non arroccatevi su festini e sagre che non servono a nulla, riprendiamoci la nostra identità quella vera… sempre che voi candidati sindaci siate in grado di riconoscerla.

Perché abbiamo ancora una piccola speranza, quella che Boscoreale come l’Araba Fenice possa rinascere dalle proprie ceneri, è l’unico appiglio rimasto.
Gennaro Carotenuto