E´ Pompei la prima citta´ italiana ad avere un ´documento genetico´ per i suoi 7.500 edifici pubblici e privati. Il certificato che da´ risposte in termini multidimensionali della qualita´ dell´abitare fondata sulla sicurezza e´ il risultato di un progetto pilota avviato dal centro di competenza regionale Benecon della Seconda Universita´ di Napoli in collaborazione con l´amministrazione comunale che ha gia´ suscitato l´interesse del Massachusset Institute of Technology di Boston. Presto il documento per ogni singolo edificio sara´ disponibile in rete per la consultazione dei cittadini; nel frattempo i risultati dello studio saranno in mostra da domani nel percorso espositivo "Pompei 0079-2013". "Il ´documento genetico´ - spiega Carmine Gambardella, vice sindaco di Pompei e direttore di Benecon - e´ fatto di codici ai quali corrisponde un´integrazione multidimensionale di saperi, storici, geologici, fisiotecnici, geofisici, tecnologici, della chimica dei materiali e strutturali, supportati dalle tecnologie innovative del centro". Dalla mappatura georeferenziata dei fabbricati, emerge che il 43,7% e´ buono, il 36,6% mediocre, il 14,3% degradato, il 4,1% molto degradato e il 2,3% un rudere. Inoltre, il 6,4% degli edifici non e´ utilizzato.