C´era una talpa, ancora da identificare, tra le forze di polizia che passava notizie riservate sulle attivita´ di contrasto al clan Gionta di Torre Annunziata. E´ lo sviluppo dell´indagine che ieri, nella cittadina oplontina, ha portato all´esecuzione di un´ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli, su richiesta della locale Dda, nei confronti di sette persone, sei delle quali gia´ detenute per altra causa, affiliate o contigue alla cosca dei Gionta. Nei loro confronti l´accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi. Tra i destinatari anche Pasquale Gionta, di 32 anni, figlio del capo storico del clan, Valentino, e reggente del sodalizio criminale dall´arresto del fratello Aldo, avvenuto nel 2000, fino al suo arresto, il 29 maggio 2007. L´operazione si inquadra nell´ambito del contrasto da parte delle forze dell´ordine ai Gionta e al contrapposto clan Gallo. Le armi da fuoco, tra l´altro, era state nascoste in maniera da non essere sequestrate durante i ripetuti blitz. Una guardia giurata in servizio all´ospedale civile di Boscotrecase (Napoli), affiliata al clan Gionta e´ tra i destinatari dei provvedimenti. Il procuratore aggiunto della Repubblica, Rosario Cantelmo, parla, per la talpa, di ´´membro infedele delle forze di polizia´´.