"Giù le mani da Pompei". E´ questo il monito lanciato dalla Delegazione ed RSU della Funzione Pubblica CGIL di Pompei a commento dell´iniziativa del governo di affidare ad Invitalia la gestione dei 105 ml. di euro finanziato dalla Unione Europea. La posizione del sindacato è di grande allarme, essendo appena uscita Pompei dalla drammatica esperienza del Commissario della Protezione civile.
"Ad un anno dal crollo della Schola armaturarum - scrive la Cgil - un altro crollo, per fortuna modesto, ci porta a riflettere sulla incapacità del Governo di esprimere una seria politica culturale e di affrontare la questione Pompei con la responsabilità, la trasparenza e la condivisione dovute ad un sito Patrimonio dell’Umanità. A tutt’oggi non vengono assegnati né fondi, né personale, solo la speranza di un finanziamento di 105 ml. di euro (speriamo non resti una speranza) dell’ Unione europea preoccupata per quanto finora prodotto. Non bastasse, registriamo la legittima “provocazione” dell’ UNESCO che, valutando la inadeguatezza del Governo di impegnare al meglio le risorse di Pompei, ha proposto di avocare a se la gestione dei fondi assegnati o da assegnare.
Cosa purtroppo comprensibile quando un Governo non trova di meglio che ricorrere a Commissari straordinari, esautorando competenze e capacità del MiBAC e producendo, proprio a Pompei, una esperienza, quella della Protezione civile, che ha rappresentato il segno tangibile degli scempi e delle aberrazioni che può comportare una politica dei beni culturali estranea alla cultura, alle conoscenze ed alle prassi del restauro e della conservazione.
L’unico interesse, ben supportato da taluni “nostalgici” politici locali e nazionali, sembrerebbe essere quello di mettere le mani sull’ amministrazione dei fondi, col rischio di una deriva clientelare nella gestione dei lavori e degli incarichi, delegittimando ed umiliando, prima con i Commissari, ora con Invitalia, il Ministero e le sue eccellenze e, non ultimo, i suoi funzionari ed il personale amminstrativo e di vigilanza.
Ci chiediamo se gli attacchi di insolita asprezza nei confronti dell’operato della Soprintendenza non possano essere letti come una sorta di ritorsione per aver tentato, in attuazione del progetto presentato illo tempore dal ministero e dal ministro GALAN proprio a Pompei, di gestire in proprio assunzioni (70 unità, ora già scesi a 20) e di realizzare un programma rigoroso di interventi finalizzati alla messa in sicurezza, alla conservazione e manutenzione dell’area archeologica, alla promozione di eventi e di parchi divertimento a tema archeologico. Un piano condivisibile proprio per la centralità che assegnava alla conservazione del manufatto archeologico. Così come temiamo che sulle valutazioni negative espresse abbiano potuto pesare anche l’azione critica e, in alcuni casi, il blocco di progetti elaborati a Pompei dal precedente commissario straordinario.
In questa ottica appare quanto meno sospetto l’affidamento a Invitalia, società che non sembra avere competenze specifiche nel campo della conservazione di siti archeologici , di un incarico non meglio definito, con una una spesa previsionale di ben 6 mln. di euro; sospetti confermati da una conferenza stampa indetta in assenza dei Dirigenti del Ministero.
La FP CGIL della Soprintendenza di Pompei - conclude la nota - ritiene doveroso pretendere una politica di assoluta trasparenza nella gestione dei fondi, di valorizzazione delle professionalità interne, di assunzione, anche mediante rapidi concorsi regionali, di giovani in settori, da troppo tempo trascurati, quali quelli del restauro e della manutenzione."