Domani al Giraud il Savoia affronterà in amichevole la Paganese e per capitan Ciccio Scarpa si aprirà l’album dei ricordi. Il giocatore simbolo dei bianchi ha fatto grande gli azzurrostellati con i quali ha sfondato anche il muro delle cento partite giocate. Ma per Scarpa sarà anche l’occasione per incrociare il suo padre calcistico: Cocchino D’Eboli. Tra l’esterno del Savoia e il ds della Paganese c’è quasi un legame di sangue ed a confermarlo è lo stesso dirigente azzurrostellato.
Direttore, come nasce il legame con Francesco Scarpa?
“Io ero al Sapri nel 2000 e andai a vedere una sua partita contro la Nocerina quando era tra i militari. Lo presi e poi lo portai alla Cavese l’anno successivo. Da quel momento il rapporto si è rinforzato sempre di più, soprattutto dopo la sua squalifica di due anni. Lo feci ingaggiare dalla Paganese dove conquistammo la nostra prima promozione in C1. Poi dopo aver disputato un anno in terza serie decisi di darlo al mio amico Fabiani alla Salernitana in serie B. Con i granata collezionò 37 presenze realizzando 7 reti. Purtroppo le vicissitudini societarie ci costrinsero a riscattarlo alla fine di quella stagione. Lui aveva voglia di tornare tra i cadetti, ma la trattativa con il Cittadella sfumò alla fine. A quel punto lo cedemmo al Taranto recuperando i soldi del riscatto. Poi io mi sono fermato per due anni, ma quando il presidente Trapani mi richiamò a Pagani, Scarpa è stato il primo giocatore ad essere ingaggiato. E così nel 2012 abbiamo realizzato un altro miracolo, vincendo un altro campionato di C2. Poi nella passata stagione costruimmo una squadra per arrivare ai playoff, ma qualcosa è andato storto”.
Quando ha capito che non avrebbe potuto fare nulla contro la sua voglia di giocare per la sua squadra del cuore?
“Nel discusso derby contro la Nocerina, quando esultò facendo vedere la maglietta del Savoia a tutti. Sono contento che il Savoia torni in prima Divisione, così l’anno prossimo potremo rivedere il Torre pieno grazie anche al fatto che le due tifoserie sono gemellate”.
Domani al Giraud che emozione proverà?
“Io per lui sono come un secondo padre e sarà un vero piacere poterlo riabbracciare. Per me davvero sarà come rivedere un figlio. L’ho sempre portato a giocare con me perché ne ho sempre apprezzato le doti tecniche e umane. Ovviamente va gestito durante i suoi momenti no, ma penso che calcisticamente sia un valore aggiunto in Prima Divisione, figurarsi in serie D…”.

Gianluca Buonocore