Sento l’urgenza e la necessità di far rettificare quanto da voi scritto circa l’annullamento del mio nominativo dalla lista elettorale a fronte di una sospensione cautelativa contro la quale mi sono già attivato per presentare ricorso. Il motivo per cui sento il bisogno di scrivere questa missiva non è dovuto dal fatto di essere escluso o meno da questa tornata elettorale, me ne farei, anche se a malincuore, una ragione perché significa che non potrò dare il mio contributo fattivo per il bene della mia città che ha tanto bisogno di gente come me piene di entusiasmo e che da anni, senza alcun onore della cronaca, opera e senza lucro nel sociale, ma in quanto colpito nella mia dignità di uomo, marito e padre. Per un fatto che risale a ventiquattro anni fa, quando avevo venti anni. Incappai nelle maglie della giustizia per aver fatto uso di sostanze stupefacenti assieme a due miei amici e non altro come da voi erroneamente riportato. Fui condannato e la pena mi fu sospesa e posso giurare su quanto mi è più caro che, anche se
non feci l’esperienza del carcere, quell’avvenimento ha segnato la mia vita, e da quel giorno ho condotto una vita retta di cui sono orgoglioso.
Questo è quanto ci tenevo a far sapere alla città. Non vorrei essere la vittima sacrificale di uno scontro politico di cui la nostra città non sente
il bisogno.