E’ ormai consuetudine della programmazione della Stagione di Teatro Ragazzi e Giovani ORIZZONTI TEATRO, organizzata dalla Compagnia degli Sbuffi con la direzione artistica di Aldo de Martino e Violetta Ercolano, presso il Teatro Supercinema di Castellammare di Stabia, organizzare momenti di riflessione in occasione della Giornata della Memoria fissata ogni anno per il giorno 27 gennaio (data simbolica che ricorda l’entrata dell’Armata Rossa ad Auschwitz), rivolti in special modo ai giovani.

la Compagnia degli Sbuffi presenta
Arbeit macht frei
Memorie dall’Olocausto da Primo Levi, Anne Frank ed altri….

Uno spettacolo di Aldo de Martino
Con Valentina Elia, Melania Esposito, Gabriele Saurio, Nello Provenzano
Scene e Costumi: Violetta Ercolano
Luci Gabriele Toralbo

Nel buio un uomo seduto su di una vecchia sedia di legno fuma, “Considerate se questo è un Uomo…” lo raggiunge una Donna, nello stesso fascio di luce; “Considerate se questa è una Donna…”; ma è solo un attimo dalla platea arriva il fracasso di piatti e tamburo realizzati con vecchi coperchi e scatole di latta. Due attori si muovono veloci tra il pubblico ricordando, come se si trattasse di un banditore, le Leggi Razziali emanate dal Regime Fascista, due fasci di luce li seguono incessantemente in sala.
Prende così avvio uno spettacolo che alterna momenti di tenerezza a momenti di amare considerazioni sulla vita degli Haflinge; Ironia macabra e pungente sulle “Ricerche Scientifiche Naziste”, e presentazione dei Campi di Sterminio come Villaggi Vacanza; i sogni da ragazza normale di Anna Frank e le deposizioni dal processo di Norimberga.
Uno spettacolo forte, capace di interessare il giovane pubblico

Il 27 gennaio del 1945 i soldati dell´armata rossa entravano ad Auschwitz.
L´abbattimento dei cancelli del più vasto campo di sterminio nazista rappresentò un avvenimento prevalentemente simbolico, infatti il campo era già stato evacuato.
I prigionieri erano stati trasferiti forzatamente, in una lunga marcia sotto la neve, all´interno del territorio tedesco.
Sul cancello di Auschwitz, di Dachau e di decine d’altri campi di concentramento sparsi in tutta Europa, i nazisti scrissero in lettere gotiche: “Arbeit macht frei, il lavoro vi renderà liberi” .
Quasi una beffa, ideata dal maggiore Rudolph Höss, comandante del campo di Auschwitz.