Che il silenzio possa essere colmo di senso, un intreccio di voci a perdersi dentro pensieri apparentemente scomposti e quant’alto enumera Emma Di Stefano, nella sua composizione in anteprima al suo volume di versi, sino a paragonarlo, in chiusura, ad una formica affannata a raccogliere semi da mettere al sicuro nel proprio rifugio, è lapalissiano.
Per noi napoletano il silenzio è “Cantatóre”, è l’aedo, il cantore professionista della antica Grecia e al poeta è dato ogni licenza.
Io sono innamorato pazzo del silenzio da esserne finanche geloso a parlarne.
Solo il silenzio può originare in me delicatissimi sussulti del cuore.
Emma me ne dà conferma se in momenti di mutismo riesce a dire:
- Intreccerò fili invisibili/sogni e desideri/ordito e trama saranno/di candido lino/con cui mi vestirò./Di luce.–
Ed ancora: - Se guardandomi mi chiedessi/cosa bagna il mio viso/forse ti direi che è pioggia./Se mi baciassi, allora sì/sentiresti sulle tue labbra/il sapore del sale./Lacrime,non figlie di dolore,/ma d’un pensiero. D’amore. –
Non ho avuta ancora la fortuna di incontrare questa poetessa, conosciuta ed apprezzata attraverso i siti web letterari.
Conosciuta ed apprezzata in tutta la valenza dei due termini in quanto Emma, come me, diffida gli avatar, il più delle volte ingannevoli, bugiardi.
Emma è una persona degna delle più avvenenti aggettivazioni dalle quali sottraggo “candida” per stimarla tale così come considero il suo comporre poesia.
Ultimamente mi ha fatto dono della sua recente pubblicazione “ Il silenzio è una formica” presentata egregiamente da Adele Costanzo.
Ed è rimanendo nella stessa sfera di semplicità che intendo esprimere il mio sembrare per un´opera che piace proprio per l’agevolezza e la spontaneità di cui è pervaso il fare poesia di questa donna che con sorprendente capacità traduttiva mette in versi, in lirica, in poesia sentimenti e stati d’animo profondamente vivi, attuali.
E nel “centellinarla”, come mia consuetudine per le letture preferite, ho potuto gustare che più il tono diviene sommesso più l’animo si apre a cose veramente egregie al cospetto del verseggiare di sincera espressione che ha l’opera di questa attendibile scrittrice che raccoglie liriche di buona musicalità; tal volte pervase da un filino di pathos.
Liriche che danno enfasi, innanzi a gioie e dolori, nel caloroso intreccio: memoria, presente e futuro.
Brava Emma tu sì che sai dipingere il bello e il vero con le parole e lo fai con una scaturigine di immagini e suoni che restano dentro.
– Ti amo un chilometro, cento chilometri, mille miglia. –
Per Te brucio grani d’incenso sull’ara votiva.
nino vicidomini