Tre teste maschili e due femminili, busti panneggiati, frammenti di altorilievi e iscrizioni sono emersi dagli scavi che la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei sta compiendo nell´area del Rione Terra di Pozzuoli, sul versante Sud della collina dove sorgono edifici pubblici, probabilmente terme, e domus sul mare dell´antico insediamento prima greco e poi romano sul litorale flegreo. L´area dei ritrovamenti e´ compresa tra due decumani, quello di via Villanova piu´ a Nord, di cui si e´ messo in luce buona parte del tracciato e un altro, piu´ a Sud, di cui e´ stato scavato solo un breve tratto. La natura degli interessanti materiali ritrovati, le testimonianze architettoniche marmoree, riconducibili a diverse tipologie, (zoccolature, cornici, colonne, lastre di rivestimento, lastre pavimentali, capitelli, antefisse), i reperti scultorei, (testa-ritratto imperatore, teste ideali e private maschili e femminili, altorilievi, statue equestri, gruppi), i frammenti di iscrizioni, farebbero ensare alla provenienza dei reperti da piu´ edifici monumentali, anche colonnati e alla spoliazione dei relativi apparati decorativi. In particolare oltre alla testa dell´imperatore Tito con il capo cinto da una corona di alloro, sono emerse altre due teste maschili di cui una frammento di ritratto di eta´ tardo repubblicana. Due le teste femminili, una forse di amazzone del II sec d.C, l´altra ritratto di imperatrice di eta´ giulio claudia tarda. E ancora: una antefissa del II sec, quattro torsi tra cui una statua femminile panneggiata, una di togato; un altorilevo con due figure, il frammento di un cavallo. Il contesto dei ritrovamenti comprende, sul lato Nord del decumano di via Villanova, un ambiente, a pianta pressoche´ quadrata, che mostra traccia di una complessa storia edilizia, con ristrutturazioni ed adattamenti successivi. La fase piu´ antica e´ di eta´ repubblicana con rifacimenti successivi in opera reticolata. Una comoda rampa con gradini rivestiti di cocciopesto conduce a cunicoli ipogei, a sezione ogivale. Nella loro prima fase i cunicoli erano, probabilmente, destinati a raccogliere le acque provenienti dalla piazza del foro.
Trasformazioni radicali degli spazi adiacenti causarono la cancellazione dei cunicoli, colmati con uno scarico di macerie e, soprattutto, con una notevole quantita´ di frammenti architettonici in marmo e sculture, misti a terra.
Probabilmente i reperti furono gettati via da un pozzo di ispezione che si apre sulla terrazza superiore, davanti al tempio di Augusto, dove e´ ubicato il foro del Rione Terra con gli edifici pubblici. Sulle cause di questa scelta l´indagine degli archeologi e´ aperta.