Riprendiamo il servizio video di Repubblica dedicato alla "Pugilistica Oplonti" per tutti i lettori che non hanno avuto possibilità di vederlo. La "Pugilistica Oplonti" è una delle tante realtà sportive torresi che offrono il volto migliore della nostra città.

"Boxe a Torre Annunziata
La "Pugilistica Oplonti" si trova negli scantinati di una scuola elementare e la gestisce Ernesto Bergamasco, ex olimpionico dei pesi welter, vicecampione del mondo e padre di Raffaele, attuale tecnico della nazionale. "Togliere un giovane dalla strada, la medaglia più bella"
di BENIAMINO DANIELE

Sacchi appesi al soffitto, un ring di fortuna in un angolo, le foto dei campioni del passato alle pareti scalcinate e il tipico odore della gomma dei guantoni misto al sudore degli atleti: la Pugilistica Oplonti di Torre Annunziata è la classica palestra di boxe di periferia, ma con una particolarità, si trova nello scantinato di una scuola elementare. A gestirla c´è Ernesto Bergamasco, welter classe 1950, ex olimpionico, vicecampione del mondo e padre di Raffaele, attuale tecnico della nazionale azzurra.

Mister Bergamasco ha fatto di necessità virtù e ha spostato la sua palestra nella scuola elementare Giovanni Pascoli di Torre dove fa anche il custode.
"Qui in passato ci sono stati un po´ di problemi - racconta -. Venivano gli spacciatori della zona a nascondere la droga e per questo mi hanno chiesto di fare un po´ di sorveglianza".
Uno spaccato duro della periferia Vesuviana, della Fortapasc del film di Marco Risi, dove la boxe è davvero un´ancora di salvezza per tanti ragazzi a rischio.
Ed è proprio quando riesce a tramandare ai suoi allievi i valori di questo sport faticoso e allo stesso tempo poetico che Bergamasco sente di aver compiuto la sua missione. "Quando tolgo un giovane dalla strada per me è la medaglia più bella - dice orgoglioso -. Le mamme di questi ragazzi mi vengono a ringraziare perché li tiro fuori da certi brutti ambienti e li tengo lontani dalla droga che qui si comincia a usare molto presto". Poi però Bergamasco diventa scuro in volto e ricorda anche le storie di chi invece è stato di nuovo inghiottito da quei brutti ambienti. La boxe è uno sport povero e in molti si lasciano tentare dalle facili prospettive di guadagno della criminalità organizzata che nelle palestre va alla ricerca giovani disperati che sanno picchiare duro.
È successo a Pietro Aurino, cresciuto a Torre nella palestra di Bergamasco, arrivato a un passo dal titolo iridato e poi caduto in un brutto giro di estorsioni e traffico di droga nel basso Lazio e l´ha fatto finire in cella.
Ma non per tutti è così, almeno non è così per Giovanni Vitello, il nuovo gioiello di Bergamasco. Quindici anni, faccia da bambino su un corpo da gigante: 108 chili, 1 metro e 95 di altezza e 53 di piede. In commercio non si trovano scarpini della sua misura e nell´ambiente pugilistico lo chiamano già il nuovo Primo Carnera.
Giovanni all´angolo ha un allenatore d´eccezione, un altro creato di Bergamasco. È Alfonso Pinto, peso mosca, pluricampione italiano, due volte medaglia d´argento agli europei e una medaglia sfumata per pochissimo alle olimpiadi di Atene 2004. Pinto cresce il suo pupillo tramandandogli la tradizione pugilistica che a sua volta ha appreso in quella piccola palestra di periferia.
Il nuovo Carnera ha debuttato qualche settimana fa a Marcianise, nel tempio della boxe campana, e ha sbaragliato i suoi concorrenti vincendo il suo primo torneo juniores.
"Per la sua età è un vero fenomeno - spiega Pinto - È un mancino insidioso, tecnico, veloce e soprattutto incredibilmente potente. Spero un giorno di andare alle Olimpiadi come suo allenatore - conclude Pinto - così magari mi riprenderò quella medaglia che ho perso ad Atene".

DATI E CURIOSITA´ SULLA BOXE IN ITALIA
In Italia sono quasi 600 le società sportive iscritte alla Federazione pugilistica italiana (Fpi).
Sono oltre 5.000 i pugili dilettanti, 174 i professionisti, più 3milioni gli sportivi che scelgono di praticare la boxe a livello amatoriale.
Uno sport in crescita che negli ultimi anni ha visto un exploit soprattutto tra i più giovani, 75% di iscritti in più dal 2005 a oggi, e tra le donne 15% in più nel solo ultimo anno.
Ad Assisi c´è la ´Casa della boxe´, il Centro federale, ritiro delle nazionali azzurre, dove tutti gli atleti si preparano alle sfide più importanti. Proprio ad Assisi presto nascerà il primo Museo nazionale del pugilato.
La Federazione pugilistica italiana è anche impegnata nel sociale con vari progetti. Con i campi estivi e con il progetto Nazionale italiana pugili di calcio, capitanata dai campioni Gianfranco Rosi e Maurizio Stecca, la Federazione raccoglie fondi per varie associazioni di volontariato. Molti pugili della Fpi sono impegnati in laboratori di pugilato educativo nelle scuole e collaborano con l´Osservatorio nazionale anti-bullismo, mentre con il progetto Synergies la Federazione sostiene la lotta contro il cancro al fianco dell´associazione Human health foundation. L´Fpi e l´associazione raccolgono fondi da destinare alla ricerca nei maggiori eventi pugilistici a livello nazionale e internazionale.
da Repubblica