Otto telecamere, sistemate in altrettanti punti di Palazzo Fienga, la roccaforte del clan Gionta a Torre Annunziata, hanno consentito ai Carabinieri di vedere tutte le fasi della preparazione dell´omicidio di Ettore Merlino, pregiudicato affiliato al clan Ascione di Ercolano. In pratica gli assassini del clan sono stati ´´incastrati´´ dalle immagini girate dal loro stesso impianto: oggi i Carabinieri hanno arrestato 11 persone per quel delitto di cinque anni fa. La mattina del 24 maggio 2007 Merlino fu invitato con un pretesto a Palazzo Fienga e ricevuto cordialmente da quelli che di l a poco lo avrebbero ucciso. Nei filmati si vede l´uomo entrare nel Palazzo in sella al suo ciclomotore e stringere le mani agli affiliati al clan Gionta. Merlino non può immaginare che, mentre entra in casa di Liberato Guarro, uno dei destinatari delle misure cautelari, a pochi metri da lui qualcuno prepara la pistola per ucciderlo e i caschi per garantire ai killer di non essere riconosciuti. Le immagini riprese dalle telecamere mostrano anche due affiliati al clan Birra - Iacomino di Ercolano, cosca rivale degli Ascione ma alleata dei Gionta, fuggire dal Palazzo mentre Merlino arriva: bisogna fare in modo che la vittima predestinata non li veda, perch‚ altrimenti si insospettirebbe. I caschi vengono prelevati dall´abitazione di Gemma Donnarumma, moglie del capoclan Valentino Gionta, e portati assieme a un ciclomotore e alla pistola in un locale che d… su via Bertone. Un gruppo di affiliati al clan Gionta attende con impazienza che Merlino esca dall´abitazione di Liberato Guarro; nel frattempo gli uomini entrano ed escono in continuazione dalla casa di Gemma Donnarumma per informare qualcuno di quanto sta accadendo, probabilmente proprio la moglie del capoclan. Merlino finalmente esce e stringe la mano a quelli che ne hanno pianificato la morte: Pasquale Gionta, lo stesso Guarro, Guglielmo Arcobelli, Michele Palumbo e Salvatore Paduano. Mentre si avvia, Gemma Donnarumma si affaccia per guardarlo: sa che di l a pochi minuti l´uomo sar… morto. Merlino Š appena uscito e si sta avviando verso Torre del Greco quando Amedeo Raia e Alfonso Agnello (che nel 1985 fu indagato per l´omicidio del giornalista Giancarlo Siani) salgono sul ciclomotore preparato per loro. A questo punto - sono le 13.23 - le telecamere del Palazzo smettono di riprenderli, ma saranno quelle di un centro abbronzante di Torre del Greco a filmare i due killer subito dopo aver compiuto l´omicidio. Le immagini registrate sul luogo del delitto, sequestrate dai Carabinieri quel giorno stesso, non avevano finora consentito di identificare gli assassini. Confrontate con quelle delle telecamere di palazzo Fienga, dimostrano ora in maniera inconfutabile la colpevolezza dei due. Alle 13.37 i killer rientrano nella loro roccaforte e le telecamere li riprendono di nuovo. Agnello consegna la pistola a Umberto Onda, che la pulisce con un panno bianco per cancellare le impronte; Eduardo Venerando si preoccupa di nascondere i caschi. Cos commenta le immagini il gip Antonella Terzi, che ha accolto la richiesta del pm Pierpaolo Filippelli: "Raccapriccianti le scene di una vita quotidiana che continua a scorrere, con noncurante normalità, mentre si compie il destino di Merlino, con Palumbo che ha l´improntitudine di trattenersi a giocare con una bambina incontrata nel portone dal quale Agnello e Raia sono partiti per la loro missione di morte. Raccapricciante il calore con il quale Umberto Onda saluta il rientrare degli assassini, mentre gli astanti li circondano di premurosa riconoscenza. Non un tentennamento, non un turbamento, a conferma di una dedizione al crimine radicata e indiscussa. Un orrore nell´orrore".