SAN GIORGIO - tabacchicoltori in corteo a Napoli per il lavoro
28-04-2009 - Archivio Storico de Lo Strillone
Settemila tabacchicoltori provenienti da tutta la Campania e da altre regioni italiane hanno sfilato stamattina per le strade di Napoli con in testa i Sindaci ed i gonfaloni delle Città del Tabacco. I rappresentanti della filiera tabacchicola hanno denunciato pubblicamente la grave crisi del settore, che occupa in Italia circa 70.000 persone, il cui lavoro è messo a rischio in caso di drastico taglio dei contributi Europei finalizzati al supporto della produzione. La manifestazione si è conclusa sotto la sede della Regione Campania, in via Santa Lucia, davanti ad una decina di trattori appositamente schierati.
Il corteo è stato organizzata da quattordici sigle, rappresentanti sia gli imprenditori che i lavoratori della filiera tabacchicola: UNITAB CONFAGRICOLTURA CIA-APTI INTERBURLEY- INTERBRIGHT- INTERFIRE AIT ANCALEGACOOP - FEDAGRI CONFCOOPERATIVE FAI Cisl- FLAI Cgil UILA Uil ASS. IT. Città del Tabacco.
La sola Campania fornisce, da sola, il 5% della produzione mondiale del tabacco. 6.500 aziende coltivano 10.000 ettari con una Produzione Lorda Vendibile di tabacco di 120 milioni di Euro, occupando solo nella fase agricola 25.000 addetti; con la trasformazione industriale si sale a 160 milioni di Euro di PLV e 30.000 lavoratori impiegati complessivamente. LUnione Europea sta cercando di scoraggiare la coltivazione del tabacco ma il rischio, secondo le organizzazioni, è che si continuino a produrre comunque sigarette con tabacco proveniente da paesi del Terzo Mondo, dove non esiste alcuna tracciabilità e dove i terreni sono saturi di pesticidi.
Sono inaccettabili le scelte comunitarie di penalizzare un settore come quello tabacchicolo ha sottolineato Giandomenico Consalvo, componente la Giunta Esecutiva nazionale di Confagricoltura sottraendogli risorse senza pensare agli effetti devastanti che questa scelta avrebbe prodotto sui territori interessati. Noi continueremo a lottare per questa produzione, per la sua filiera e per i suoi addetti. Ci aspettiamo che il Governo nel suo insieme, le Regioni, le Province ed i Comuni ci affianchino in questa difficile azione.
Per il presidente di Interburley Mauro Ferrazzani la cancellazione del contributo comunitario renderebbe del tutto improduttivo coltivare tabacco e, nellimpossibilità di convertire i terreni ad altre colture data la crisi attuale, il settore andrebbe a morire, lasciando in mezzo ad una strada migliaia di famiglie. Tutto questo è francamente insostenibile.
Il corteo è stato organizzata da quattordici sigle, rappresentanti sia gli imprenditori che i lavoratori della filiera tabacchicola: UNITAB CONFAGRICOLTURA CIA-APTI INTERBURLEY- INTERBRIGHT- INTERFIRE AIT ANCALEGACOOP - FEDAGRI CONFCOOPERATIVE FAI Cisl- FLAI Cgil UILA Uil ASS. IT. Città del Tabacco.
La sola Campania fornisce, da sola, il 5% della produzione mondiale del tabacco. 6.500 aziende coltivano 10.000 ettari con una Produzione Lorda Vendibile di tabacco di 120 milioni di Euro, occupando solo nella fase agricola 25.000 addetti; con la trasformazione industriale si sale a 160 milioni di Euro di PLV e 30.000 lavoratori impiegati complessivamente. LUnione Europea sta cercando di scoraggiare la coltivazione del tabacco ma il rischio, secondo le organizzazioni, è che si continuino a produrre comunque sigarette con tabacco proveniente da paesi del Terzo Mondo, dove non esiste alcuna tracciabilità e dove i terreni sono saturi di pesticidi.
Sono inaccettabili le scelte comunitarie di penalizzare un settore come quello tabacchicolo ha sottolineato Giandomenico Consalvo, componente la Giunta Esecutiva nazionale di Confagricoltura sottraendogli risorse senza pensare agli effetti devastanti che questa scelta avrebbe prodotto sui territori interessati. Noi continueremo a lottare per questa produzione, per la sua filiera e per i suoi addetti. Ci aspettiamo che il Governo nel suo insieme, le Regioni, le Province ed i Comuni ci affianchino in questa difficile azione.
Per il presidente di Interburley Mauro Ferrazzani la cancellazione del contributo comunitario renderebbe del tutto improduttivo coltivare tabacco e, nellimpossibilità di convertire i terreni ad altre colture data la crisi attuale, il settore andrebbe a morire, lasciando in mezzo ad una strada migliaia di famiglie. Tutto questo è francamente insostenibile.