Grande partecipazione di pubblico ad Oplonti ieri sera ma, peccato, peccato per quello che e´ accaduto a fine serata con una manciata di visitatori, poco meno di 50, lasciati fuori ai cancelli della Villa di Poppea, serrati alle 23 causa la contemporanea chiusura della biglietteria. Frastornati, delusi, avviliti, alcuni giunti a Torre anche da citta´ di fuori regione, hanno messo su una civile protesta per essere riconosciuto il loro diritto a visitare l´area archeologica. E avevano ragione. Il comunicato del Ministero, infatti, consentiva l´accesso dalle 20 alle 24. Le proteste sono giustamente proseguite ma non c´e stato nulla da fare e i cancelli sono rimasti inesorabilmente chiusi. Brutta scena. Un episodio indegno per un´organizzazione che deve promuovere la cultura e che si ferma, si inceppa, davanti alla pessima comunicazione (non vi sono stati avvisi diramati preventivamente dalla Soprintendenza circa l´anticipata chiusura per le 23) e ad un cartellino marcatempo. Personalmente, ho vibratamente protestato con l´addetto alla biglietteria e con il direttore del sito, Lorenzo Fergola, ricevendone null´altro che spallucce. Ma cosi non va. Un monumento di tal genere non puo´ essere trattato come un ufficio protocollo dove a comandare e´ la presenza o meno di un timbro. Un monumento Patrimonio dell’Umanita´ deve essere sentito come tale nell´esercizio di lavoro quotidiano di tutte le sue componenti umane. In particolare nei momenti, eventi, straordinari. E quella di ieri, La notte dei Musei, era una serata di visite straordinarie. E´ proprio in questi momenti che occorre dimostrare di mettere da parte le esigenze personali mostrando un pizzico di buona volonta´ oppure di rimuovere l´ostacolo di un fine lavoro attraverso una scelta, rapida e risoluta, che deve sempre puntare a mettere al primo posto la fruizione del cittadino visitatore, anch´egli proprietario, non dimentichiamolo, di quel bene pubblico. Da parte di chi scrive, interpretando il pensiero delle decine di volontari delle tante associazioni impegnate nella buona riuscita della serata (un lungo elenco di chi si spende disinteressatamente per la promozione culturale e per il sociale,sodalizi che dovrebbero fungere da esempio per tutti quelli, in alto e in basso, che vivono con il pane del settore), rivolgo le scuse a chi e´ rimasto fuori da quel cancello. Scuse che raddoppio per altri mancati visitatori dopo la cocente delusione del No da Roma per l´apertura della Sala d´Armi dello Spolettificio in mattinata. Motivo sicurezza. Per cosa? Per la mancanza di un elenco dei partecipanti! Un divieto privo del piu´ elementare buon senso da parte del funzionario di turno che mette in cattiva luce anche l´alto della dirigenza dell´Agenzia Industrie Difesa. Un episodio che sarebbe anche da considerare offensivo, tra l´altro, per chi gia´ egregiamente lavora alla sicurezza dell´ente, e parliamo della dimostrata professionalita´ dei Carabinieri in servizio presso lo Spolettificio a cui si unisce quella del personale di vigilanza civile ben diretto dall´attuale Direzione.
Cosi´ non va. Cosi non andiamo da nessuna parte. Occorre una presa di coscienza da parte di tutti. E un cambiamento. Di uomini, di gestione, di metodi, di rinnovati entusiasmi. Un sito culturale e´ come l´impasto tra le mani di un pizzaiolo. Se sta in quelle sbagliate la pizza riesce male. E ne va del buon nome della casa.

FILIPPO GERMANO