Affollata la prima iniziativa con cui l’Associazione AUSER di San Giorgio a Cremano ha inteso celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nel salone di Villa Vannucchi più di un centinaio sono stati i partecipanti al Convegno “Per non dimenticare i militari prigionieri nei lager”.
L’occasione per parlare di quella che è stata giustamente definita l’altra Resistenza - basata sul sacrificio dei soldati italiani fatti prigionieri dopo l’8 settembre 1943 - è stata la presentazione del libro di Antonio Borrelli “Il silenzio di mio padre” (Dante & Descartes). “Un silenzio comune a tanti Internati Militari Italiani (IMI), divenuti “schiavi di Hitler”, costretti a lavorare per la Germania e, una volta tornati, dimenticati da tutti. E purtroppo furono non solo dimenticati dai vincitori e odiati dai vinti, ma anche inascoltati dalle stesse famiglie”, ha affermato Giuseppe Improta, presidente Auser di San Giorgio, presentando l’autore ed il libro.

Un silenzio che non deve continuare. Perciò l’Auser-San Giorgio ha deciso di avviare la raccolta di lettere e diari inediti dei tanti internati, nel biennio 43-45, sia in Germania che in Polonia, in India, Inghilterra, Stati Uniti, Egitto…”Abbiamo il dovere – ha detto il vicesindaco Giorgio Zinno – con questa iniziativa e con una raccolta di testimonianze orali anche dei superstiti protagonisti dell’ultima guerra, di far conoscere ai giovani questi tragici momenti della nostra storia unitaria”.

Un invito che il presidente dell’Auser Giuseppe Improta ha raccolto proponendo a breve una Mostra su questi temi e mettendo a disposizione il materiale raccolto dal socio Ciro Scancamarra, che in anni di paziente lavoro ha raccolto anche cartoline postali e francobolli celebrativi delle più diverse ricorrenze (Repubblica, Resistenza, Anniversari Unità d’Italia..)

Insieme con il presidente G.Improta e l’autore del libro Antonio Borrelli abbiamo notatol’altro relatore Aniello Fratta, il vicesindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno, la lettrice Luisa Alzino.
Hanno preso la parola anche Andrea D’Angelo, Aniello Borrelli e due amici di Antonio Borrelli.

In prima fila erano seduti il Socio Ciro Scancamarra, il 94.nne Giuseppe Pignone (prigioniero in Egitto), il sig. Martucci, nipote di Mario Martucci, prigioniero in Germania, la sig.ra Galletta, figlia di un capitano prigioniero in Africa.

In seconda fila il rag. Salvatore Arcopinto, figlio di Michele, prigioniero in Polonia, la sig.ra Nunzia Alone, figlia di Aldo,prigioniero in Germania.

In fondo alla sala era presente l’editore Raimondo Di Maio titolare della Casa editrice Dante e Descartes.