Il Savoia è tornato. Dirompente l’ 8 a 1 inflitto al malcapitato San Sebastiano (retrocesso in Promozione), con il quale i bianchi suggellano una stagione da incorniciare riappropriandosi, dopo due anni di purgatorio, della serie D. Festa doveva essere. Festa è stata. In campo e sugli spalti. Banditi i fuori programma. Cornice di pubblico degna di palcoscenici ben più prestigiosi. Tremila bandierine bianche, palloncini levati al cielo. Un bagno di folla annunciato con l’unico intento di tributare un passionale ringraziamento ad un gruppo tecnico capace di convincere anche i più scettici, partita dopo partita. Concorrenza del ben più quotato Gladiator sbaragliata con sudore, sofferenza, grinta, cattiveria agonistica e bel gioco. Un regista sapiente su tutti. Mister Pasquale Vitter capace di correggere in corsa uno spartito che, ad inizio stagione, aveva mostrato qualche crepa di troppo. All’indomani della sconfitta di S.Maria Capua Vetere (unica nell’intero torneo) la mossa giusta. Cambio di modulo in corsa, prescelto il 4-2-3-1. Ottobre faro ispiratore, Di Capua a guardargli le spalle. Savarese e Ianniello liberi di incutere timore sulle fasce. Montaperto (35 reti in campionato) ariete implacabile. Trama interpretata alla perfezione anche nell’ultimo atto della stagione del “double” (Coppa Italia e promozione). Savoia a far gioco fin dai primi minuti. Ospiti subito alle corde. Di Capua ad aprire le danze con una rasoiata nell’angolo basso. San Sebastiano intraprendente con la torsione di Borrelli, alta. Poi, inizia l’ondata bianco scudata. Protagonisti, in rapida successione, l’eterno Ianniello, il funambolico Guarro (autore di una doppietta), l’insolito Pallonetto, il sempre affamato Montaperto. Cipolletta, infine, a lenire le ferite di mister Franchini. Al triplice fischio finale, cori per tutti. Stupisce, in particolare, il costante ripetersi del tributo a mister Vitter. Proprio lui, partito in sordina. Capace di vincere, tuttavia, il sesto campionato personale. Si festeggia, certo. Ma, a partire dall’immediato futuro, l’unica stella polare dovrà continuare ad essere rappresentata da una seria programmazione. Primo punto interrogativo la permanenza sulla panchina dei bianchi del proprio condottiero. Sibillino il commento di Vitter negli spogliatoi: “Sarei onorato di poter allenare questo gruppo in serie D. Occorrerà parlarne con la società, capire il loro progetto”. Parole dal sapore agrodolce. Anche in una giornata di festa.
Salvatore Piro