La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro di beni nei confronti di Luigi Crimaco, ex direttore amministrativo degli Scavi di Pompei , la cui iscrizione nel registro degli indagati era gia´ nota da tempo. Il Tribunale del Riesame, infatti, ha accolto il ricorso della procura di Torre Annunziata contro la decisione del gip, che in un primo momento aveva rigettato la richiesta di sequestro. A Crimaco, ritenuto dall´accusa l´artefice principale dell´imponente truffa ai danni dello Stato, sono stati ´congelati´ beni per 700.000 euro.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, davanti alla minaccia di sciopero paventata dalle principali organizzazioni sindacali (Cgil-Fp, Cisl-Fps, Uil-Pa, Flp-Bac, Unsa-Snabca e Intesa), nel 2006 Crimaco avrebbe avallato il pagamento di corsi di formazione fittizi per straordinari effettuati fra il 1988 e il 1996 e mai retribuiti. Straordinari che però non avevano ragione di essere rivendicati, perché a quella data ormai prescritti. In tutto gli indagati sono 265, a eccezione di Crimaco tutti dipendenti addetti alla vigilanza dei siti archeologici di Pompei, Stabia, Torre Annunziata, Boscoreale ed Ercolano.
In tutto sono tre le indagini aperte su Pompei dalla Procura di Torre Annunziata: oltre a quella sui corsi fantasma, il fascicolo relativo al restauro del Teatro grande (anche questa affidata alla Finanza) e quella sui crolli all’Armeria dei Gladiatori, alla quale stanno lavorando i carabinieri.
Su quanto è accaduto a Pompei si leggono dichiarazioni del ministro Sandro Bondi: "In relazione alla nuova inchiesta della Procura di Torre Annunziata, desidero rinnovare la fiducia nell´operato della magistratura e, fino alla conclusione delle indagini, salvaguardare l´innocenza dei funzionari e delle persone coinvolte". "Tuttavia - aggiunge -, non posso non rilevare, anche sulla base di queste nuove rivelazioni, risalenti al 1996, come la gestione della sovrintendenza di Napoli e Pompei fosse difficile e come il tentativo da parte del Pd e del partito di Di Pietro di addossare al sottoscritto ogni responsabilità sia immotivato e politicamente disonesto", conclude Bondi.