Il suo telefono non smette certo di suonare. Sono telefonate di complimenti, di in bocca al lupo per il nuovo incarico che lo attende a Palazzo Madama, ma siamo sicuri che in questi giorni il cellulare di Pietro Langella è tempestato anche da telefonate di politici boschesi che cercano di saperne di più su quello che sarà il suo orientamento in vista delle prossime amministrative di maggio.

Se la sua scelta di lasciare l’Udc e “traslocare” con tanto di candidatura nelle file del Pdl al Senato aveva sbaragliato le carte dello scacchiere politico locale, la sua elezione a Palazzo Madama forte di 4900 preferenze solo dalle urne di Boscoreale non ha fatto altro che aumentare la confusione su quelle che saranno le prospettive che si realizzeranno da qui a qualche mese.

A questo scenario va aggiunto anche il forte consenso che i grillini hanno avuto all’ombra del Vesuvio un po’ così come avvenuto in tutta Italia. Un Movimento che con la forza carismatica e populista di Grillo ha fatto breccia nelle intenzioni di voto di tanti boschesi, tanto da arrivare a raccogliere più preferenze di un partito strutturato e con tanto di apparato come quello Democratico.

Certo qualcuno dirà che alle Amministrative ci sono i candidati al consiglio comunale e che il voto sarà espresso in modo ben diverso. Ma non possiamo negare che Pietro Langella ed il pacchetto di voti di Grillo diventano determinanti nello scegliere il prossimo sindaco di Boscoreale.

Se è vero che le elezioni amministrative sono sempre state elezioni a se, e se è pur vero che Boscoreale alle politiche ha da sempre sposato la linea più di destra della vecchia Dc, ai tempi della Prima Repubblica, e berlusconiana nei tempi della Seconda Repubblica, il risultato che è uscito dalle urne del 24 e 25 febbraio scorso deve indurci ad una riflessione più profonda ed alla quale dovranno guardare anche i “partiti strutturati locali”.

Tante le domande e gli interrogativi che vengono fuori in queste ore. Cerchiamo di mettere ordine in quello che sarà lo scacchiere politico dal quale dovrà uscire il prossimo sindaco di Boscoreale che avrà l’onere, ancora una volta, di dare un volto ed un obiettivo a questo paese.

Ipotesi 1. La fuoriuscita di Pietro Langella dall’Udc ha dimostrato quanto questa formazione politica abbia poco appeal tra gli elettori boschesi. La percentuale riportata dovrebbe quindi esprimere la forza di base che Giuseppe Balzano, candidato sindaco (per la quarta volta, sic), può esprimere da solo o con il sostegno di pochi fedelissimi. Risultato che potrebbe anche rimescolare le carte del centrosinistra che già dallo scorso dicembre aveva indicato proprio in Balzano il candidato ideale per unire i centristi di Casini, il Pd locale e Sinistra Ecologia e Libertà, ansiosa di ritornare auge magari con tanto di assessore in giunta, insomma la stessa strategia di cinque anni fa. Candidato che era stato anche appoggiato da Pietro Langella.

Ora qualcuno inizia a rafforzare l’ipotesi di andare alle primarie, magari cercando di coinvolgere anche l’altro candidato sindaco, Nunzio Tufano (altro volto non certo nuovo) e dell’associazione “Il Cittadino” che verosimilmente alle elezioni politiche hanno convogliato, con poca convinzione, i propri consensi sulla Rivoluzione (mai iniziata?) Civile di Ingroia.

Insomma quella che poteva essere una vittoria a mani basse per il centrosinistra diventa ancora più difficile e i precedenti non sembrano essere certo dalla parte del candidato dell’Udc e di quello che in pectore radio piazza indica come suo vicesindaco (altro volto non certo nuovo della politica boschese). Ma in politica mai dire mai, anche perchè al momento di candidati forti in grado di “risvegliare” l’appartenenza al centrosinistra latitano davvero.

Ipotesi 2. Langella chiama Langella. Li accomuna il cognome, la frazione boschese e se non il partito almeno la coalizione. Ancora una volta protagonista diventa il neo senatore Pdl e l’ex sindaco, lanciato dal Pdl ora vicino alla formazione che fa capo all’ex governatrice del Lazio Renata Polverini. Che facciano parte della stessa coalizione è fuori di dubbio, che sia il secondo a fare il primo passo appare abbastanza difficile. Ma il fascino della fascia, già indossata da Gennaro, e “smanioso” di farla pagare politicamente a chi ha deciso di far chiudere anticipatamente la sua esperienza a Palazzo Comunale, potrebbero alla fine indurre “in tentazione” l’ex primo cittadino.

Ipotesi 3. Che farà Antonio Mappa? Anche lui, esponente locale di Fratelli d’Italia, fa parte della ipotetica coalizione di centrodestra, ma non pare aver ancora digerito la defenestrazione da parte di Gennaro Langella che dopo averlo “promosso” vicesindaco, lo silurò al primo rimpasto. Qualcuno in passato lo vedeva alla guida di una coalizione “anti Gennaro Langella” anche con il sostegno del centrosinistra vesuviano. Un “matrimonio” che non si è mai celebrato. Mappa forte del buon risultato personale ottenuto alle politiche, in linea con quello ottenuto in elezioni precedenti, potrebbe anche decidere di rompere gli indugi e di chiedere al Pdl di sacrificare la propria candidatura a sindaco e nominarsi capo della coalizione di centrodestra.

Ipotesi 4. Il senatore Langella potrebbe alla fine scegliere “l’usato garantito” e dopo aver presentato una propria lista alle scorse comunali che sosteneva Raffaele De Falco, potrebbe ripetere l’esperienza e magari presentare un proprio candidato sindaco e l’identikit potrebbe essere quello dell’ex presidente del consiglio comunale Carmine Sodano.

Ipotesi 5. Il Movimento Cinque Stelle: resta la grande incognita delle prossime amministrative. Non escludiamo che nelle prossime settimane dei grillini potrebbero saltare fuori e cercare di catalizzare l’attenzione che hanno ricevuto a livello nazionale anche a livello locale. Ma almeno al momento stentiamo a trovare un candidato con la stessa forza carismatica e carica di populismo del comico genovese.
Gennaro Carotenuto
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