Settimana della Cultura: Mostra dei libri editi tra il 1820 ed il 1870
13-04-2011 - Archivio Storico de Lo Strillone
Per la "Settimana della Cultura" la Biblioteca Comunale di Torre Annunziata apre al pubblico il suo scrigno delle meraviglie con una mostra dei libri editi tra il 1820 ed il 1870. E non ci poteva essere celebrazione più degna per questo evento nazionale di quella messa in campo dallassessore di Torre Annunziata, prof. Maria Elefante.
Protagonista è la cultura con la C maiuscola, la cultura che emerge dai libri antichi custoditi nella Biblioteca comunale dove gli eventi più importanti della storia dellumanità hanno lasciato un segno indelebile nei testi qui custoditi.
Sono qui fin dalla fondazione della biblioteca, avvenuta nel 1907, e provengono dalla donazione di un illustre torrese dellepoca, Giuseppe Servillo, Preside dellIstituto tecnico G. Parini ( ora Graziani) che li aveva preservati dallabbandono, essendo stati lasciati dai padri Alcantarini, nel convento a piazza S. Teresa. Giacevano lì da secoli.
Erano testi importanti, addirittura incunabula, edizioni che vanno dal XV fino al XX secolo. Edizioni originali di testi importantissimi, capisaldi del pensiero europeo che tuttora circolano in moderne ristampe. Allinaugurazione della mostra è intervenuta Maria Rosaria De Divitiis, presidente regionale del FAI, che ha espresso il suo compiacimento per le la ricchezza del nostro patrimonio culturale. Domenico Giorgio, docente di letteratura italiana dellUniversità di Napoli Federico II, ha illustrato il valore e il contenuto dei libri.
I libri che hanno segnato il trapasso dal Regno delle due Sicilie all´Italia unita, best seller dell´epoca, in edizioni pregevoli che recano il timbro della stamperia reale, in questa settimana si possono vedere e sfogliare. I libri antichi testimoniano che a Torre Annunziata le nuove idee arrivavano in tempo reale, ancora freschi di stampa, i libri erano già qui. Quelli messi in mostra in questa occasione si collegano anche allevento che si celebra questanno: i 150 anni dellUnità dItalia. Sono la testimonianza immediata delle letture da cui maturò il pensiero che portò al Risorgimento. Testimoniano, come ha messo in evidenza lassessore alla cultura Maria Elefante che Torre Annunziata, negli anni in cui maturò il Risorgimento, dal 1820 al 1860, non aveva una cultura di provincia, ma anzi, gareggiava con la Capitale dellallora Regno delle due Sicilie, nellacquisto di opere che avrebbero segnato un trapasso epocale. Torre era allavanguardia come dimostrano le edizioni principes, cioè i primi esemplari di stampa.
Tra i volumi spiccano i vocabolari dal Napoletano al Toscano di cui si sentiva lesigenza nel periodo di transizione. Per la questione della lingua che fu dibattuta in tutta Italia, dal Puoti, dal Cesari, dal Monti e dal Manzoni, la biblioteca di Torre Annunziata può considerarsi uno scrigno delle meraviglie. I testi che riempiono vari capitoli delle storie della letteratura: la questione della lingua, il pensiero politico, il romanzo storico si possono vedere e toccare con mano in quelle copie antiche, stampate all´epoca. Sono i libri che hanno formato i nostri antenati, quei pastai, quei pescatori, quei contadini, che sottraevano tempo al riposo per istruirsi, i carbonari, dai nomi gloriosi o oscuri, che lavorarono in segreto per i tempi nuovi..
Protagonista è la cultura con la C maiuscola, la cultura che emerge dai libri antichi custoditi nella Biblioteca comunale dove gli eventi più importanti della storia dellumanità hanno lasciato un segno indelebile nei testi qui custoditi.
Sono qui fin dalla fondazione della biblioteca, avvenuta nel 1907, e provengono dalla donazione di un illustre torrese dellepoca, Giuseppe Servillo, Preside dellIstituto tecnico G. Parini ( ora Graziani) che li aveva preservati dallabbandono, essendo stati lasciati dai padri Alcantarini, nel convento a piazza S. Teresa. Giacevano lì da secoli.
Erano testi importanti, addirittura incunabula, edizioni che vanno dal XV fino al XX secolo. Edizioni originali di testi importantissimi, capisaldi del pensiero europeo che tuttora circolano in moderne ristampe. Allinaugurazione della mostra è intervenuta Maria Rosaria De Divitiis, presidente regionale del FAI, che ha espresso il suo compiacimento per le la ricchezza del nostro patrimonio culturale. Domenico Giorgio, docente di letteratura italiana dellUniversità di Napoli Federico II, ha illustrato il valore e il contenuto dei libri.
I libri che hanno segnato il trapasso dal Regno delle due Sicilie all´Italia unita, best seller dell´epoca, in edizioni pregevoli che recano il timbro della stamperia reale, in questa settimana si possono vedere e sfogliare. I libri antichi testimoniano che a Torre Annunziata le nuove idee arrivavano in tempo reale, ancora freschi di stampa, i libri erano già qui. Quelli messi in mostra in questa occasione si collegano anche allevento che si celebra questanno: i 150 anni dellUnità dItalia. Sono la testimonianza immediata delle letture da cui maturò il pensiero che portò al Risorgimento. Testimoniano, come ha messo in evidenza lassessore alla cultura Maria Elefante che Torre Annunziata, negli anni in cui maturò il Risorgimento, dal 1820 al 1860, non aveva una cultura di provincia, ma anzi, gareggiava con la Capitale dellallora Regno delle due Sicilie, nellacquisto di opere che avrebbero segnato un trapasso epocale. Torre era allavanguardia come dimostrano le edizioni principes, cioè i primi esemplari di stampa.
Tra i volumi spiccano i vocabolari dal Napoletano al Toscano di cui si sentiva lesigenza nel periodo di transizione. Per la questione della lingua che fu dibattuta in tutta Italia, dal Puoti, dal Cesari, dal Monti e dal Manzoni, la biblioteca di Torre Annunziata può considerarsi uno scrigno delle meraviglie. I testi che riempiono vari capitoli delle storie della letteratura: la questione della lingua, il pensiero politico, il romanzo storico si possono vedere e toccare con mano in quelle copie antiche, stampate all´epoca. Sono i libri che hanno formato i nostri antenati, quei pastai, quei pescatori, quei contadini, che sottraevano tempo al riposo per istruirsi, i carbonari, dai nomi gloriosi o oscuri, che lavorarono in segreto per i tempi nuovi..