Si riunisce il 2 aprile la rete dei cittadini per il Parco
27-03-2011 - Archivio Storico de Lo Strillone
Il 2 aprile 2011 promette di essere una data importante nella storia dellente Parco Nazionale del Vesuvio e delle popolazioni dei comuni che ricadono nellarea Parco. Ad Ercolano, a partire dalle ore 10, si riunisce, presso la scuola Rodinò (di fronte al MAV), la rete dei cittadini per il Parco. Il movimento va avanti da qualche mese e si è ingrossato, come un fiume in piena, alimentandosi dellapporto di una trentina di associazioni (e anche di qualche circolo di partito) che hanno partecipato alle riunioni di zona tenutesi in più comuni dellarea Parco.
Il comitato promotore, il motore propulsivo del movimento, è costituito da un blocco sociale che vede insieme agricoltori (CIA), ambientalisti (Legambiente), ecogastronomi (Slow Food) e la Rete dei comitati vesuviani, che si batte da anni contro le discariche vecchie e nuove, per la raccolta differenziata e un ciclo di smaltimento dei rifiuti ecologicamente sostenibile. Lobiettivo è quello di guardare oltre lemergenza. Di lasciarsi alle spalle una lunga fase storica, che ha inizio dagli anni 70, dominata dalla crisi dellagricoltura, dallabusivismo edilizio, dallo sfruttamento delle cave, dallutilizzo delle cave come discariche, da forme di turismo insostenibile, offensivo del paesaggio e dellambiente e, da ultimo, dalla decisone del governo di aprire cava Sari e cava Vitiello.
"Basta, un ciclo si è concluso - precisa un esponente della Rete - per consunzione. Il territorio è stato consumato. 15 anni fa nasceva il Parco Nazionale del Vesuvio che doveva rappresentare tutela dellambiente, valorizzazione delle aree naturalistiche di pregio, rilancio della agricoltura, sviluppo di un turismo sostenibile, valorizzazione del patrimonio culturale, riqualificazione dei centri storici. Questa era la mission istituzionale del Parco. Ha fallito. Ma noi, cittadini per il Parco - conclude - vogliamo riprovarci. Vogliono ripartire. Per la salute, per lambiente, per la qualità della convivenza civile, per il lavoro, per lo sviluppo."
Il comitato promotore, il motore propulsivo del movimento, è costituito da un blocco sociale che vede insieme agricoltori (CIA), ambientalisti (Legambiente), ecogastronomi (Slow Food) e la Rete dei comitati vesuviani, che si batte da anni contro le discariche vecchie e nuove, per la raccolta differenziata e un ciclo di smaltimento dei rifiuti ecologicamente sostenibile. Lobiettivo è quello di guardare oltre lemergenza. Di lasciarsi alle spalle una lunga fase storica, che ha inizio dagli anni 70, dominata dalla crisi dellagricoltura, dallabusivismo edilizio, dallo sfruttamento delle cave, dallutilizzo delle cave come discariche, da forme di turismo insostenibile, offensivo del paesaggio e dellambiente e, da ultimo, dalla decisone del governo di aprire cava Sari e cava Vitiello.
"Basta, un ciclo si è concluso - precisa un esponente della Rete - per consunzione. Il territorio è stato consumato. 15 anni fa nasceva il Parco Nazionale del Vesuvio che doveva rappresentare tutela dellambiente, valorizzazione delle aree naturalistiche di pregio, rilancio della agricoltura, sviluppo di un turismo sostenibile, valorizzazione del patrimonio culturale, riqualificazione dei centri storici. Questa era la mission istituzionale del Parco. Ha fallito. Ma noi, cittadini per il Parco - conclude - vogliamo riprovarci. Vogliono ripartire. Per la salute, per lambiente, per la qualità della convivenza civile, per il lavoro, per lo sviluppo."