L’atmosfera magica di Savoia - Battipagliese è ancora davanti agli occhi di tutti. I settemila del Giraud hanno emozionato anche il direttore sportivo Tonino Simonetti che si è aperto in una lunga intervista.

IL SATURDAY NIGHT

Direttore, quali sono stati i sentimenti che ha provato nel derby?
“Sabato ero molto teso, come non mai. Appena ho visto le squadre dirigersi verso il centro del campo sono andato via. Poi mio figlio mi ha telefonato per avvisarmi che eravamo in vantaggio e sono tornato. Io sono un uomo che sente molto la responsabilità, poiché mi sono tuffato nell’avventura Savoia con tutto me stesso”.

Ha avuto anche la conferma della passione che si respira a Torre Annunziata...
“La gente ha partecipato alla grande, ma non perché era una notturna. I tifosi hanno capito che si stava per coronare un anno di sacrifici e sono venuti in massa. Loro sono stati straordinari, anche se troppe volte vengono fermati dal Viminale”.

Adesso la Lega Pro è davvero a un passo…
“Se mi avessero detto di fare calcio da un’altra parte non ci sarei andato. Torre è una tappa che mi mancava e ci sono arrivato con un progetto serio e credo di averlo portato a compimento. Molti adesso stanno salendo sul carro dei vincitori, ma dov’erano tutti quando io e il presidente Luce programmavamo la stagione?”.

IL RAPPORTO CON LA CITTA’

Direttore, parlando proprio di Torre Annunziata, si può dire che ha creato un rapporto speciale con i tifosi?
“Non la conoscevo e per me è stata una sorpresa positiva. Molte volte viene decantata in modo negativa, ma io ho trovato una città bellissima. La gente è affettuosa e sa chi realmente ha partecipato a questo progetto”.

E’ contento di aver regalato una gioia immensa a tutto il popolo oplontino?
“Chi mi conosce sa bene che non mi piace stare sotto i riflettori, perché ho sempre lavorato nell’anonimato, ma non si è avuto sempre rispetto del mio lavoro. A me interessa quello che uno è riuscito a dare. Alla presentazione dissi che se il Savoia vinceva il campionato il merito sarebbe stato anche mio. In caso contrario mi sarei preso tutte le colpe. Adesso non so la gente cosa pensa del direttore, ma io sono convinto di non averli delusi, perché è contro la mia cultura. Poi lo dice la mia storia e se si controlla si può vedere che ho sempre raccolto risultati importanti. Se molti non possono tornare perché si devono nascondere io posso sempre farlo a testa alta”.

LE SCELTE VINCENTI.

Qualcuno all’inizio dell’anno ha storto il naso quando è stato preso Feola come allenatore, ma lei l’ha voluto fortemente.
“Vincenzo è stato con me prima come giocatore e poi come allenatore. Vincemmo un campionato assieme al Gladiator recuperando 16 punti di svantaggio sul Casapesenna. Poi l’anno scorso lo riportai ai sammaritani e quando Luce mi disse che avrebbe rilevato il Savoia ho subito pensato a lui. Devo fare i complimenti a lui e al suo staff perché non è facile essere in vetta alla classifica dall’inizio dell’anno”.

Anche Scarpa è stato un acquisto azzeccato.
“Qualcuno diceva che non sarebbe stato l’uomo giusto, ma io ci ho creduto e l’ho ingaggiato. Il fatto che lui abbia detto che il Savoia è la sua nazionale la dice lunga su quanto ci tenga a questa maglia”.

L’AKRAGAS E LA POULE SCUDETTO.

Si sta per concludere anche il testa a testa con l’Akragas.
“Chi pensava che con la vicenda giudiziaria del presidente finiva il campionato si sbagliava. La società è andata avanti ed ha vinto anche contro il potere politico di Agrigento. Non dimentichiamoci di Alfano e del signor Ridicoli (si riferisce al tecnico Pino Rigoli ndr) che ha avuto le risposte sul campo. Quando ci ha etichettato come accozzaglia sarebbe dovuto intervenire l’ufficio tecnico, perché lui in quell’occasione non ha dato esempio. Questi sono ragazzi straordinari e vanno solo elogiati”.

Dopo la sempre più probabile vittoria del campionato ci sarà la poule scudetto. Contate di vincere anche quella?
“E’ una competizione, che dà tanto a livello di immagine. Scrivere la storia con uno scudetto avrà tutta un’altra valenza. Io spero solo che esca il presidente, perché senza di lui non festeggerò”.

IL FUTURO.

Che futuro ha la società?
“Prima di tutto vorrei mettere a tacere quelle voci che dicono che siamo in ritardo con gli stipendi. Non è assolutamente vero. La società è composta da persone serie che manterranno gli impegni presi con calciatori e addetti ai lavori. Poi per quello che verrà si deve attendere il presidente”.

Quanto Savoia c’è nel futuro di Simonetti?
“Dipende tutto da Lazzaro Luce. Questo per me è un anno triste perché mi manca un punto di riferimento. Ho bisogno di parlare con il mio presidente, che è una persona eccezionale. Ho avuto modo di conoscerlo umanamente e posso tranquillamente dire che nessuno è come lui. Se vuole che io rimanga al Savoia lo farò, altrimenti lascerò”.

L’INVITO

“Già ho invitato Gigi Delneri a vedere l’ultima partita contro il Messina, ma vorrei approfittare di questa intervista per poter dire a Ciro Immobile di venire a festeggiare con noi. So che lui tiene tanto al Savoia e in questo momento sta portando alto il nome di Torre Annunziata. Spero che Prandelli lo porti in Brasile, perché è un grande attaccante”.

Gianluca Buonocore

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