Sondaggio: "Cambiare nome a Torre". Tu che ne pensi?
11-01-2010 - Archivio Storico de Lo Strillone
Continua il nostro sondaggio: "Cambiare nome a Torre. Saresti d´accordo?" che vede una costante e sostenuta partecipazione dei nostri lettori. Al momento, dopo circa un mese, i SI sono in flessione ma ancora nettamente in testa con circa il 54.46% (dopo due settimane era il 63%) dei voti favorevoli, mentre i NO avanzano e si attestano al 36,63% (era il 30%).
Cresce anche la percentuale degli indecisi sfiora invece passando dal 7% all´attuale 8,91%.
E´ un risultato che fa riflettere perchè lascia capire che la voglia di cambiamento è così alta che una buona parte dei cittadini sarebbe disposta a voltare pagina, anche a cominciare dal nome della propria città.
Il sondaggio continuerà ancora fino a gennaio, e quindi c´è ancora la possibilità che i NO riescano a ribaltare l´esito finale, rendendo un po tutti consapevoli che per cambiare una città bisogna cambiare ben altro che il nome.
E tu, cosa ne pensi? Ti aspettiamo al voto nel banner "Sondaggio" della Home page del portale oppure cliccando sul seguente link:
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Articolo pubblicato il 28 novembre all´apertura del sondaggio
Si è aperta sul Corriere del Mezzogiorno una interessante discussione sull´opportunità di cambiare nome alle città che in questi anni sono state infamate dalla camorra. L´idea è venuta ad un consigliere di opposizione di Casal di Principe eletto nella lista Alba Nuova, l´ingegnere Vincenzo Schiavone. Un secco no è arrivato da Roberto Saviano.
Nella discussione è intervenuto anche il collega Nino Femiani, giornalista del Corriere, che si è detto favorevole a cambiare il nome di Torre Annunziata con Oplonti.
Riportiamo di seguito i due articoli. Intanto i lettori possono esprimere la loro opinione rispondendo al nostro sondaggio o lasciando commenti su "lo Strillone dei cittadini".
Casal di Principe, nome da cambiare? Lo scrittore Saviano: sarebbe una resa
La proposta arriva da un consigliere comunale, l´autore di «Gomorra» è contrario: ci provò già Mussolini
"Cambiare il nome a Casal di Principe per evitare la gogna mediatica come ha proposto un consigliere di opposizione della lista Alba Nuova, l´ingegnere Vincenzo Schiavone? No! Anche se la sua viene ritenuta una provocazione «utile». Lo scrittore Roberto Saviano, lautore di Gomorra, è nettamente contrario alla proposta del consigliere comunale: «Il nome non ha nessuna valore anzi è un nome normanno importante e onorevole. Mussolini già provò puntualizza lo scrittore a cambiare il nome del paese con Albanova e tolse a Caserta la provincia accorpandola a Napoli. Il territorio era corrotto persino nel nome, diceva, e dal nome cambierà. Ma non cambiò proprio nulla. Per dare al nome nuova luce devono cambiare i comportamenti, non ha senso cassare un nome. Il territorio non cambierebbe e si lascerebbe alla camorra persino il potere di decidere di poter sporcare un nome che la storia ha deciso. Che finalmente cambiassero i comportamenti le scelte conclude lautore del best seller che si interrompa il consenso ai clan e questa coltre di omertà».
«Una provocazione utile precisa Sergio Nazzaro autore di Io per fortuna c´ho la camorra che si è occupato a lungo dei clan dei casalesi e di Casal di Principe ma che dovrebbe far riflettere: su quelli, onesti, che non si piegano e non si vogliono piegare e che continuano a vivere in questo centro. Oppure su quei giovani che alzandosi all´alba, ad esempio, vanno a lavorare sulle terre confiscate alla malavita per rendere produttivi i pescheti, cercano di ridare dignità a questa terra. Cambiare il nome sarebbe una operazione di facciata, cambierebbe il nome non la sostanza. Comunque la provocazione è efficace, forse perché porta a discutere di tanti problemi che con lincalzare della cronaca non vengono sviscerati a sufficienza».
Roberto Saviano
«No! Non accetto la proposta neanche come una provocazione tuona da Roma il senatore Pasquale Giuliano, presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama decidere di cambiare nome sarebbe come dire che i clan hanno vinto. La strada, a mio parere, è unaltra: bisogna aiutare la gente onesta a resistere in questa realtà, come del resto fa in maniera silenziosa ogni giorno, ed estirpare questo cancro. Lattività di contrasto che si sta svolgendo e che si è svolta nei mesi scorsi precisa lesponente del Pdl sta dando dei frutti, non completamente con la sconfitta definitiva della malavita, ma si tratta di azioni che vanno della direzione dellestirpazione di questo cancro. Cambiare il nome significherebbe darla vinta proprio a coloro che infangano il nome di questa laboriosa cittadina».
«Io sono nato quando cera Albanova confessa Pietropaolo Ferraiuolo, ex vicepresidente del consiglio regionale e ancora medico di base e dico no alla proposta. Ringrazio Saviano perché con il suo libro ha acceso i riflettori sui nostri problemi, ma non ci ha aiutato a risolverli. Casale non è solo camorra. Ci sono tanti cittadini onesti: Letizia Scipione, medico condotto che ha curato la popolazione nel periodo bellico e post bellico senza pretendere una lira; Emilio Gagliardi che durante loccupazione nazista difese la popolazione dalle pretese delle truppe rischiando la propria vita; Giovanni Natale, un eroe che è stato insignito della medaglia doro al valor militare. Più che cambiare nome si dovrebbero intestare le strade cittadine a questi ed altri cittadini per dimostrare che a Casale cè stata gente onesta e coraggiosa, anche se ora emerge la minoranza che delinque».
«Il problema non è quello del nome sarrabbia Luca Coronella, studente universitario ma della classe politica locale che non ha saputo emarginare chi ha ridotto Casal di Principe in questo stato. Altro che cambiare nome, occorre cambiare classe dirigente locale». Roberto Fusciello, universitario, responsabile dei Verdi: «Io propongo di lanciare un appello ai media: non usate più i termini ´casalesi´ o ´clan dei casalesi´, ma date ai clan i nomi dei capi pluricondannati. Casal di Principe e i suoi abitanti non hanno nulla a spartire con loro e quindi a ognuno il proprio nome. Io sono orgoglioso di essere un "casalese" e non voglio che il paese cambi nome».
autore: Vito Faenza
(ha collaborato Giorgio Santamaria)
L´OPINIONE DI NINO FEMIANI
"E´ molto interessante la discussione che si è aperta sull´articolo di Vito Faenza: bisogna cambiare nome alle città di camorra? C´è chi come lo scrittore Roberto Saviano obietta che non cambierebbe nulla, altri come il giornalista-scrittore Francesco Durante giudica non affatto esecreabile l´idea che mutando toponomastica, si cambia anche un po´ il destino delle città e delle persone che le popolano. Io posso solo contribuire alla discussione con un´annotazione personale. Ovvero: se la mia città natale, Torre Annunziata, avesse deciso - dopo la stagione di sangue e dopo essere stata a lungo considerata una delle maggiori piazze di spaccio d´Europa -, di cambiare nome, chiamandosi Oplonti, non mi sarebbe dispiaciuto affatto. "
da "Il Corriere del Mezzogiorno"
Cresce anche la percentuale degli indecisi sfiora invece passando dal 7% all´attuale 8,91%.
E´ un risultato che fa riflettere perchè lascia capire che la voglia di cambiamento è così alta che una buona parte dei cittadini sarebbe disposta a voltare pagina, anche a cominciare dal nome della propria città.
Il sondaggio continuerà ancora fino a gennaio, e quindi c´è ancora la possibilità che i NO riescano a ribaltare l´esito finale, rendendo un po tutti consapevoli che per cambiare una città bisogna cambiare ben altro che il nome.
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Articolo pubblicato il 28 novembre all´apertura del sondaggio
Si è aperta sul Corriere del Mezzogiorno una interessante discussione sull´opportunità di cambiare nome alle città che in questi anni sono state infamate dalla camorra. L´idea è venuta ad un consigliere di opposizione di Casal di Principe eletto nella lista Alba Nuova, l´ingegnere Vincenzo Schiavone. Un secco no è arrivato da Roberto Saviano.
Nella discussione è intervenuto anche il collega Nino Femiani, giornalista del Corriere, che si è detto favorevole a cambiare il nome di Torre Annunziata con Oplonti.
Riportiamo di seguito i due articoli. Intanto i lettori possono esprimere la loro opinione rispondendo al nostro sondaggio o lasciando commenti su "lo Strillone dei cittadini".
Casal di Principe, nome da cambiare? Lo scrittore Saviano: sarebbe una resa
La proposta arriva da un consigliere comunale, l´autore di «Gomorra» è contrario: ci provò già Mussolini
"Cambiare il nome a Casal di Principe per evitare la gogna mediatica come ha proposto un consigliere di opposizione della lista Alba Nuova, l´ingegnere Vincenzo Schiavone? No! Anche se la sua viene ritenuta una provocazione «utile». Lo scrittore Roberto Saviano, lautore di Gomorra, è nettamente contrario alla proposta del consigliere comunale: «Il nome non ha nessuna valore anzi è un nome normanno importante e onorevole. Mussolini già provò puntualizza lo scrittore a cambiare il nome del paese con Albanova e tolse a Caserta la provincia accorpandola a Napoli. Il territorio era corrotto persino nel nome, diceva, e dal nome cambierà. Ma non cambiò proprio nulla. Per dare al nome nuova luce devono cambiare i comportamenti, non ha senso cassare un nome. Il territorio non cambierebbe e si lascerebbe alla camorra persino il potere di decidere di poter sporcare un nome che la storia ha deciso. Che finalmente cambiassero i comportamenti le scelte conclude lautore del best seller che si interrompa il consenso ai clan e questa coltre di omertà».
«Una provocazione utile precisa Sergio Nazzaro autore di Io per fortuna c´ho la camorra che si è occupato a lungo dei clan dei casalesi e di Casal di Principe ma che dovrebbe far riflettere: su quelli, onesti, che non si piegano e non si vogliono piegare e che continuano a vivere in questo centro. Oppure su quei giovani che alzandosi all´alba, ad esempio, vanno a lavorare sulle terre confiscate alla malavita per rendere produttivi i pescheti, cercano di ridare dignità a questa terra. Cambiare il nome sarebbe una operazione di facciata, cambierebbe il nome non la sostanza. Comunque la provocazione è efficace, forse perché porta a discutere di tanti problemi che con lincalzare della cronaca non vengono sviscerati a sufficienza».
Roberto Saviano
«No! Non accetto la proposta neanche come una provocazione tuona da Roma il senatore Pasquale Giuliano, presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama decidere di cambiare nome sarebbe come dire che i clan hanno vinto. La strada, a mio parere, è unaltra: bisogna aiutare la gente onesta a resistere in questa realtà, come del resto fa in maniera silenziosa ogni giorno, ed estirpare questo cancro. Lattività di contrasto che si sta svolgendo e che si è svolta nei mesi scorsi precisa lesponente del Pdl sta dando dei frutti, non completamente con la sconfitta definitiva della malavita, ma si tratta di azioni che vanno della direzione dellestirpazione di questo cancro. Cambiare il nome significherebbe darla vinta proprio a coloro che infangano il nome di questa laboriosa cittadina».
«Io sono nato quando cera Albanova confessa Pietropaolo Ferraiuolo, ex vicepresidente del consiglio regionale e ancora medico di base e dico no alla proposta. Ringrazio Saviano perché con il suo libro ha acceso i riflettori sui nostri problemi, ma non ci ha aiutato a risolverli. Casale non è solo camorra. Ci sono tanti cittadini onesti: Letizia Scipione, medico condotto che ha curato la popolazione nel periodo bellico e post bellico senza pretendere una lira; Emilio Gagliardi che durante loccupazione nazista difese la popolazione dalle pretese delle truppe rischiando la propria vita; Giovanni Natale, un eroe che è stato insignito della medaglia doro al valor militare. Più che cambiare nome si dovrebbero intestare le strade cittadine a questi ed altri cittadini per dimostrare che a Casale cè stata gente onesta e coraggiosa, anche se ora emerge la minoranza che delinque».
«Il problema non è quello del nome sarrabbia Luca Coronella, studente universitario ma della classe politica locale che non ha saputo emarginare chi ha ridotto Casal di Principe in questo stato. Altro che cambiare nome, occorre cambiare classe dirigente locale». Roberto Fusciello, universitario, responsabile dei Verdi: «Io propongo di lanciare un appello ai media: non usate più i termini ´casalesi´ o ´clan dei casalesi´, ma date ai clan i nomi dei capi pluricondannati. Casal di Principe e i suoi abitanti non hanno nulla a spartire con loro e quindi a ognuno il proprio nome. Io sono orgoglioso di essere un "casalese" e non voglio che il paese cambi nome».
autore: Vito Faenza
(ha collaborato Giorgio Santamaria)
L´OPINIONE DI NINO FEMIANI
"E´ molto interessante la discussione che si è aperta sull´articolo di Vito Faenza: bisogna cambiare nome alle città di camorra? C´è chi come lo scrittore Roberto Saviano obietta che non cambierebbe nulla, altri come il giornalista-scrittore Francesco Durante giudica non affatto esecreabile l´idea che mutando toponomastica, si cambia anche un po´ il destino delle città e delle persone che le popolano. Io posso solo contribuire alla discussione con un´annotazione personale. Ovvero: se la mia città natale, Torre Annunziata, avesse deciso - dopo la stagione di sangue e dopo essere stata a lungo considerata una delle maggiori piazze di spaccio d´Europa -, di cambiare nome, chiamandosi Oplonti, non mi sarebbe dispiaciuto affatto. "
da "Il Corriere del Mezzogiorno"