Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata, al termine di un’indagine coordinata e diretta dalla locale Procura, hanno eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, nei confronti di SORVILLO Antonio, 26 anni, residente a Striano (NA), già noto alle ffoo, SORVILLO Luigi, 34 anni, residente a Striano (NA), incensurato, INCARNATO Mario, 24 anni, domiciliato a Volla (NA), già noto alle ffoo, VANACORE Federico, 24 anni, residente a Napoli Ponticelli, già noto alle ffoo, attualmente sottoposto agli aadd, GIAMUNDO Pasquale, 23 anni, residente ad Ottaviano (NA), incensurato e PISACANE Raffaele, 42 anni, residente a Trecase (NA), incensurato, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in spaccio di stupefacenti.
Contestualmente sono state eseguite 16 perquisizioni domiciliari presso le abitazioni di altri soggetti indagati a piede libero per le stesse ipotesi di reato nonché per favoreggiamento personale.
L’attività, eseguita nei comuni di Striano, Poggiomarino, Trecase, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Volla e Napoli, scaturisce da un’indagine avviata nel giugno 2012 e conclusa a fine 2012 dai militari della Stazione Carabinieri di Striano e finalizzata al monitoraggio di soggetti dediti allo spaccio al minuto di sostanze stupefacenti a Striano e nei comuni limitrofi.
Le risultanze investigative, condotte con tecniche tradizionali d’indagine e con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, hanno consentito di documentare oltre 100 episodi di spaccio di sostanze stupefacenti avvenuti a Striano e nei comuni limitrofi, di arrestare in flagranza 2 degli indagati, di deferire in stato di libertà altre 16 persone per le stesse ipotesi di reato nonché per favoreggiamento personale, e di segnalare, quali assuntori di sostanze stupefacenti, 19 acquirenti, residenti a Striano e nei comuni limitrofi.
I provvedimenti restrittivi hanno disarticolato, quindi, una piazza di spaccio al minuto fortemente attiva in cui è emersa in maniera inequivocabile la natura professionale e la meticolosa preordinazione dell’attività e la pervicacia degli indagati, che hanno reiterato la condotta anche dopo gli arresti e i sequestri operati dai militari dell’Arma.