La notizia ha fatto il giro del Web e delle tv nazionali: Neomelodico inneggia i clan e viene indagato. Nell’ambito dell’inchiesta sui clan di Ercolano è stato indagato per concorso in istigazione a delinquere il cantante neomelodico Nello Liberti, autore della canzone “Il capoclan”. Secondo i pm, la canzone in questione induce a ritenere che la camorra sia un fenomeno positivo, una fonte di sostentamento per le famiglie povere e sfortunate. Liberti, che dopo il clamore ha dichiarato di essersi pentito, canta che “per onore il capoclan nasconde la verità: è un uomo serio, non è vero che è cattivo”. Per i pm, inoltre, la canzone spinge a ritenere giusto l’omicidio di chi tradisce o si pente. Fin qui nulla di nuovo all’orizzonte se non quello di aver inneggiato così come da sempre fanno alcuni cantati neomelodici la camorra. Basti pensare al famoso “‘Nu latitante” di Tommy Riccio o a Elisa Castaldi e al “suo amico Camorrista” “Bastano due parole: andate là… E’ un uomo pieno di qualità…” oppure “ ‘o killer” di Gianni Vezzosi: “Inizio questa giornata facendo male a questa città… Uccido questo o quello… Del denaro che me ne devo fare? Non posso stare insieme ai figli e a mammà!”. Ma Napoli non è solo questo, non mettiamo in luce solo ciò che di negativo esiste. Basta con l’ideologia masochistica del brutto. A Napoli ci sono anche i “Co’ Sang” (col sangue), due giovani cantanti rap di Marianella, che denunciano in dialetto la quotidianità di questi anni di mattanza. Gli A67 con “a Camorre songhe io”. C’è Ignazio Scassillo bravo cantautore di Torre Annunziata che con il suo “Il camorrista” è entrato nella “Biblioteca Digitale sulla Camorra” curata dall´Università Federico II di Napoli- Dipartimento di Filologia Moderna. Un ottimo e meritato risultato quello raggiunto da Scassillo che, nella sezione della Biblioteca dedicata alle immagini e alla musica, affianca il suo nome a quello di Fabrizio De Andrè (presente con “Don Raffae´”) e di Astor Piazzolla (presente con “La Camorra: la soledad de la provocación apasionada”). La canzone “Il Camorrista” è una vera e propria poesia, scritta in prima persona, che narra la storia di un camorrista pentito. Il protagonista della suggestiva canzone, asserisce con convinzione di essere un camorrista, intoccabile, spietato e sanguinario, che ammazza tutti perché prepotente. Convinzione e fermezza che però vanno scemando nella parte finale del brano, dove lo stesso boss afferma «ero un camorrista», con il dolore di chi ha capito di aver seguito la strada sbagliata nella vita e che a questo sbaglio non può più porre rimedio. Mi auguro che il suo brano possa fare il giro del Web sarebbe utile, molto utile. Sarebbe il caso di far sapere al mondo e alla nazione che a Napoli esistono neomelodici che inneggiano clan e boss di camorra, ma anche tanto, tanto impegno civile.
Tonino Scala



E alla vigilia di Sanremo proponiamo ai lettori anche l´ultima canzone scritta da Ignazio Scassilo:"Blin, blin, blin" . Un opera di impegno civile del cantautore torrese (orecchiabilssima, ti seduce e la canti subito dopo il primo ascolto) che questa volta punta il dito contro la "casta" del settore musicale. Per usare le parole di presentazione del brano su You Tube, ""Blin, blin, blin" è uno scorcio nitido di un sistema corrotto di raccomandazioni e favoritismi nel campo della musica. La programmazione di palinsesti taroccati dove l´arena diventa un recipiente di insulti creando cantanti, attori, ballerini, accomunati spesso dall´arroganza, dalla presunzione, dalla saccenteria, dalla maleducazione. Contro chi illude i tanti giovani quando i "giochi sono fatti a tavolino."
Buon ascolto
fg