Sala gremita, applausi continui e risate fragorose al teatro “San Luigi Orione” sabato 20 e domenica 21 per lo spettacolo della compagnia teatrale “Mare Mosso”. La compagnia torrese, con regia di Peppe Iengo, ha messo in scena “Na zia e duje nepute”, un’originale rivisitazione della scarpettiana “Li nepute de lo Sinneco”. Ambientata all’inizio del novecento, è la storia di un sindaco, o meglio , nella rivisitazione , di una sindachessa (Rosa Iengo), che attende l’arrivo di suo nipote Felice (Peppe Iengo) da Milano, per renderlo suo unico erede. Ma la notizia giunge a Silvia (Marina Vecchio Domanti), sorella di Felice, che, fuggita dall’educandato di Castellamare in cui stava, si traveste da uomo e si reca dalla zia. E questo è soltanto il primo travestimento presente nella commedia: Felice si traveste a sua volta da donna e finge di essere Silvia per presentarsi dalla zia e nella stessa casa della sindachessa giunge anche donna Anna (Mimmo Carotenuto), finta sorella della direttrice dell’educandato, e in realtà Achille, innamorato di Silvia. E così si ritrovano nello stesso salotto, insieme alla sindachessa e al suo segretario don Alfonsino (Lello Ascione), Felice, travestito da Silvia, e Silvia, a sua volta travestita da Felice. Divertenti e molteplici sono gli equivoci che si creano intorno, e per causa, dei due fratelli nella casa della povera zia ignara di tutto. Fino a quando arrivano personaggi rivelatori: Pasquale Guerra (Gennaro Ascione) trascina in scena sua sorella Nannina (Amalia Ascione) e pretende dalla sindachessa che Felice la sposi perché nell’oscurità le ha rubato un bacio; Angiola Maria Tropea (Sabrina Borriello), direttrice dell’educandato, si presenta in casa della sindachessa con Procopio (Michele Borriello), fedele servitore e custode, e due educande (Titta Licenziato e Amalia Ascione). La direttrice, tra urla e finti svenimenti, spiega alla sindachessa che Silvia è fuggita per ricongiungersi al suo amato e non perché era trattata male; Procopio, comico e goffo, cerca di contenere l’ira della sua padrona ma al tempo stesso provoca la sindachessa e la stessa direttrice. Sullo sfondo due giovani e frizzanti educande che ballano, canticchiano e provocano il vecchio custode. La donazione viene cambiata di continuo dalla sindachessa per volere e capriccio dei due nipoti, ognuno dei quali con l’inganno vuole impossessarsi di tutto. Ma alla fine arriva il colpo di scena: la sindachessa si fa portare in scena dalla cameriera Concettella (Rosanna Esposito) una valigia ed esce insieme ad Alfonsino; subito sopraggiunge la guardia (Vincenzo Andrea Borriello) con una lettera per i nipoti della sindachessa, nella quale la zia spiega che con l’inganno non si guadagna niente e che le bugie hanno le gambe corte e quindi rivela la sua decisione di scappare con l’eredità insieme al suo segretario, unico uomo fedele e onesto, nonché suo amato.
Un gruppo affiatato di “colleghi” e amici, accomunati dalla passione per l’arte e per il teatro in particolare, ha messo in scena una commedia brillante e frizzante: eccellenti le prestazioni degli “anziani” della compagnia e piacevoli le scoperte degli attori più giovani, mostratisi appassionati e comunicativi.