Pezzi di mattonelle, pietre, rami di alberi secchi, due bidoni. E soprattutto un grosso masso di pietra lavica rimosso grazie a una ruspa fatta arrivare in tutta fretta dalle campagne circostanti. Benvenuti al check point monnezza. Di qui non si passa. Le barricate chiudono al passaggio ogni incrocio che porta dalla rotonda di via Panoramica a Terzigno alla discarica Sari. Hanno il via libera solo i camion che scaricano materiali di risulta per rendere piu´ impenetrabili i blocchi. Due camionette dei carabinieri che da lontano vengono avvistate sulla strada fanno marcia indietro. Forse erano qui per qualche altro motivo, vengono inseguite da gruppi di manifestanti. Qualcuno lancia pietre, senza cogliere il bersaglio. Un operatore tv che riprende la scena viene circondato e aggredito. La tensione e´ altissima. Contro lo sversamento dei rifiuti nella discarica Sari e contro l´ipotesi dell´apertura del secondo sito in Cava Vitiello. A mezzogiorno tocca il punto piu´ drammatico. Quattro camionette delle forze dell´ordine dirette alla discarica per il cambio di consegne con i colleghi che presidiano il sito trovano il blocco di circa duecento manifestanti. Fuoco e pezzi di ferro sono in mezzo alla strada. Le forze dell´ordine chiedono di passare, qualche manifestante si butta sotto le camionette. Poliziotti, carabinieri e finanzieri si dispongono in assetto antisommossa. E´ il finimondo. Cariche da una parte, lanci di pietre e bottiglie dall´altra. Un operatore televisivo riferisce che un´auto delle forze dell´ordine gli e´ passata sul piede. Alla fine si contano tre feriti tra poliziotti e carabinieri, mentre tre donne, tra le quali una incinta, vengono portate in ospedale. Un avvocato, Lucio Pisacane, presente tra i manifestanti, che abita in zona denuncia: ´´Ci siamo distesi a terra, presi di forza e picchiati con i manganelli´´. Non serve affatto a rendere meno pesante il clima la presenza costante tra i manifestanti di un cagnolino bastardo, Ciruzza, ormai diventato la mascotte della protesta anti discarica. Alcuni chilometri piu´ avanti, altro fronte della protesta. Nei pressi della fermata della Circumvesuviana e di una gelateria all´incrocio con la strada che porta al Vesuvio sono fermi una decina di compattatori bloccati li´ dalla protesta che dura da giorni. Un camion sversa montagne di terriccio e ghiaia per chiudere il passaggio. Le mamme vulcaniche, tra le protagoniste della rivolta, si stendono a terra. C´e´ chi canta ´Bella Ciao´, chi denuncia che i casi di leucemia infantile sarebbero aumentati da quando, da due anni, e´ stata riaperta la discarica. La scorsa notte un altro camion e´ stato incendiato, una decina hanno le ruote forate: questa l´ennesima contabilita´ delle proteste. L´altissima tensione nel Vesuviano non cala col passare delle ore. Gli effetti sono pesanti su Napoli che non puo´ portare i suoi rifiuti nella discarica di Terzigno. L´Asia, che gestisce la raccolta in citta´, dice che i suoi autisti sono stati minacciati. L´assessore all´Igiene Urbana, Paolo Giacomelli, traccia un quadro nero: 500 tonnellate sono rimaste in strada, altre 600 attendono sui camion di essere sversate. Il sindaco Rosa Russo Iervolino chiede un intervento delle autorita´ nazionali, il ministro della Salute, Fazio, spiega che la situazione merita attenzione ma che non c´e´ allarme sanitario. In Prefettura un vertice con gli amministratori tenta l´ennesima soluzione. Nella discarica Sari saranno conferite 800 tonnellate al giorno invece delle attuali 1800, c´e´ l´impegno a trovare soluzioni alternative all´apertura a Cava Vitiello ma anche il no della Provincia di Caserta ad accettare rifiuti dell´area napoletana. Un fatto che provoca grande amarezza nel sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, che ha partecipato al vertice. Si studia la presentazione di un esposto in Procura dopo la diffusione di dati che attestano la presenza di inquinanti nella falda acquifera. Intanto alla rotonda si accatastano vecchie cassette di frutta e pezzi di legno: sono per i falo´ della prossima notte.
Franco Tortora (da Ansa)