Riportare a Torre Annunziata le opere d´arte e i reperti archeologici prestate e non restituite o trafugate. Questo l´obiettivo dell´assessore all´Immagine Aldo Tolino, che da alcune settimane ha intrapreso una vera e propria missione. "La settimana scorsa durante una conferenza stampa ho denunciato la mancata restituzione, da parte della Sovrintendenza di Napoli, di una tela di epoca rinascimentale di Riccardo Quartararo, che era esposta nella Chesa dello Spirito Santo. Quest´opera, prestata nel 1988, non è stata più restituita. In questi giorni diversi torresi mi stanno segnalando casi simili, che ovviamente l´Amministrazione verificherà. Alcuni mesi fa ho letto una notizia che mi ha lasciato sgomento: il comune di Casalbordino in provincia di Chieti ha approvato l´esposizione permanente di un calco trasparente ad opera di Amedeo Cicchitti. Nonostante il signor Cicchitti sia nato nel comune abbruzzese, il calco al quale si fa riferimento è del corpo di una giovane donna ritrovato nella villa di Lucio Crasso Terzo, la villa B degli scavi di Oplonti chiusa al pubblico, a via Murat. Inoltre - continua l´assessore Tolino - il calco di cui si parla e’ l’unico esempio al mondo di calco trasparente che permette di osservare vestiti ed oggetti come bracciali, borselli e monete che la vittima aveva con se al momento dell’eruzione. Quest´opera è stata esposta insieme agli ori di Oplonti a Castel Sant’Angelo in Roma, nel 1987 nella sede dello Spolettificio a Torre Annunziata, nel 1989 al Museo Civico di Teramo, e poi nel 1991 a New York e al Museo di Houston nel Texas. La cosidetta “Signora di Oplonti”. È stata poi sottoposta a tecnologia medica all’Università di Sidney in Australia. Attualmente giace in deposito all’antiquarium di Boscoreale, vicino, ma comunque lontano dal suo naturale sito, Oplonti. Le nostre opere possono essere uno dei capisaldi di un sistema museale formato da Scavi, Real Fabbrica d´Armi, Basilica, centro storico. Ci batteremo con forza ed intraprenderemo tutte le strade possibili affinché le opere della nostra Città ritornino a casa".
Infine l´invito dell´assessore: "Rivolgo un appello a tutti i torresi in Italia e nel mondo affinché segnalino presso questo Assessorato altre eventuali opere portateci via. Questa e’ una straordinaria partecipazione alla cultura che si avvale del contributo di tutti. Un modo di essere protagonisti della storia nonché custodi e vigili delle nostre opere d’arte”.
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Intanto un´altra opera di inestimabile valore, trafugata negli anni ´70 dal sito archeologico di Oplonti, è stato ritrovata e sequestrata dalla Guardia di Finanza a Parigi. Datato al I secolo d.C., l’affresco mostra un pergolato di tralci, un satiro che cavalca un mulo e una donna coperta da un mantello che offre un sacrificio dinanzi a un altare. L’affresco lungo tre metri è uno dei dipinti più ampi con un tema di paesaggio mai trovato nell’area vesuviana. “E’ raro vedere l’affresco di un paesaggio di queste dimensioni,” dichiarò allora il capo archeologo Stefano De Caro. “Normalmente si tratta di piccoli dipinti che mostrano porti o scene di natura selvaggia. Ma qui ci troviamo di fronte ad un paesaggio rurale, con file di pergolati e un grande santuario - probabilmente quello di Dioniso (il dio greco del vino),” e aggiunse, anche se gli archeologi dovranno ancora lavorare per rintracciare il luogo dove è stato asportato l’affresco a pezzi, è probabile che decorasse le pareti esterne della villa, che affacciavano su un giardino. La polizia italiana del settore opere d’arte, in collaborazione con gli investigatori svizzeri, belgi e francesi, ha lavorato per rintracciare il dipinto, che si sapeva avesse fatto tappa a Ginevra nei primi mesi del 1980. L’affresco, dopo un periodo in casa di un industriale di Bruxelles, è stato ritrovato a casa di un editore parigino. Dopo 40 anni di spostamenti all’estero, l’affresco fu messo in esposizione a Palazzo Massimo, a Roma, come parte di una mostra dedicata a pitture murali di Pompei, Ercolano e altre città vesuviane per tutto il mese di marzo. Ma a chiusura della mostra, fu riconsegnato alla soprintendenza archeologica di Pompei. “Anche questa segnalazione” aggiunge Tolino, “ ci e’ stata fatta da un cittadino torrese, Roberto De Nicola, che sta operando per quanto di sua competenza e dando una valida collaborazione a come è possibile riavere questa testimonianza di altissimo valore storico e culturale, a dimostrazione del rinnovato clima di partecipazione ed appartenenza che sta nascendo in città.
Questo Assessorato in collaborazione con gli altri colleghi del settore studierà i requisiti per una degna sistemazione affinché tutta la popolazione ed i turisti possano godere di queste meraviglie”