A margine del drammatico suicidio del tredicenne Vittorio Maglione, che si è tolto la vita, annunciando il tragico gesto su Messenger, è stata pubblicata una “Lettera ai giovani senza sogni…” di don Tonino Palmese (nella foto), referente regionale di Libera e Direttore Ufficio giustizia, pace e salvaguardia del creato della Diocesi di Napoli.
La lettera è un invito alla riflessione sul dolore che il tragico evento ha provocato in tutti. «Il giudizio di condanna che le mafie formulano nei confronti delle persone sensibili e innocenti come te - scrive don Tonino, riferendosi direttamente al povero Vittorio -, nasce da una vera e propria intolleranza verso chi desidera essere e non semplicemente apparire. Gli alleati della criminalità, gli interlocutori, anzi i destinatari privilegiati, sono tutti quelli che non sono. Masse indistinti di sudditi pronti ad eseguire e subire. Spettatori o telespettatori posti dinnanzi a stanze e studi dove le persone, soprattutto i ragazzi, vengono diseducati e alimentati con un pane diabolico, mortale e che mette attorno a questa cinica mensa pseudo persone perbene e mafiosi: Il pane dell’avere, avere e poi avere. Il tutto condito dal vuoto mentale e dalla voglia di apparire. Un progetto che ha come fine l’indifferenza e come statuto la menzogna».