Ore 10:30 di un comune martedì mattina. Il cuore della zona sud della città, all’angolo tra via Roma e traversa Siano, è squarciato dalla fragorosa esplosione di cinque colpi di pistola. Muore, freddato alle spalle ed alla luce del sole, Giuseppe Maresca, 47 anni, detto “O’ saccaro”, pregiudicato vicino al clan dei Cavalieri e sottoposto a regime di sorveglianza speciale.

IL PRECEDENTE. La vittima era già stata avvertita, scampando alla morte in un precedente agguato, la sera del 10 marzo 2012, all’interno di una pizzeria di Corso Umberto I. Quella sera, ricominciò la faida tra clan per il controllo del territorio. Faida che sembrava sepolta. Ed invece, oggi, si scopre, probabilmente era solo nascosta. Come banale polvere sotto il tappeto. Basta alzarlo anche di poco, ed il fastidioso pulviscolo ingloba l’intero ambiente.

LA DINAMICA DELL´AGGUATO. Stavolta, il raid di fuoco ha raggiunto il suo obiettivo. Secondo le prime ricostruzioni operate dalla Polizia, accorsa immediatamente sul luogo del crimine, insieme ad una volante dei Carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, a sparare due killer a bordo di uno scooter. Maresca camminava da solo, a piedi, quando è stato raggiunto da cinque proiettili. Quello fatale, all’altezza della spalla. Inutile la corsa all’ospedale di Boscotrecase dove la vittima è deceduta intorno alle 11:30. Gli uomini della Scientifica indagano sia sulla dinamica che sul possibile movente dell´agguato di evidente matrice camorristica. Non si esclude nemmeno la pista di un regolamento di conti, interno allo stesso clan, per qualche “sgarro” di troppo subito in passato. I primi rilievi effettuati svelano l’esistenza di tre fori causati dai proiettili (non rinvenuti, però, sull’asfalto), 2 dei quali su Via Roma, l’ultimo a traversa Siano. Nessun testimone ha “ovviamente” visto o sentito alcunchè, nonostante appaia chiaro come qualcuno abbia cercato di lavar via, con secchi d’acqua, la pozza di sangue la cui traccia era ancora viva, in strada, negli attimi immediatamente successivi all’omicidio.

GLI ULTIMI SPARI. La camorra, dunque, torna a sparare, incutere timore, tenere in scacco un’intera popolazione. Non accadeva, a Torre, dal 5 marzo 2013. Esattamente 14 mesi fa. In quell’occasione, ad essere ucciso con diversi colpi al viso, mentre si trovava a bordo della sua auto, Francesco Chierchia, 68 anni, ritenuto vicino al clan Gionta, freddato in via Vittorio Veneto, davanti ad un bar, a pochi metri dal rione dei Poverelli. L’omicidio Chierchia venne ricostruito dagli inquirenti, all’epoca, come un chiaro messaggio lanciato ai Gionta per il controllo degli affari illeciti nel rione Provolera. L’ultima esecuzione di “O’ saccaro” ritenuto, al momento della sua cattura, avvenuta nel marzo 2013 dopo 168 giorni di latitanza, al vertice dell’opposta fazione dei Cavalieri, potrebbe quindi riaprire una faida che, proprio come polvere sotto il tappeto, era stata, da tempo, solo nascosta. Mai seppellita del tutto.

Salvatore Piro